Riassunto analitico
Obiettivo di questa tesi è, in prima battuta, ricostruire la vita avventurosa e le imprese memorabili di Walter Bonatti, maestro ‘contro corrente’ che, attraverso il suo esempio, è riuscito a motivare le nuove generazioni a seguire quei valori tradizionali che solo la vita a diretto contatto con la natura riesce a trasmettere. In seconda battuta, evidenziare gli aspetti pedagogici della sua vita e di queste imprese. La mia tesi è strutturata in tre capitoli. Nel primo capitolo, Walter Bonatti: la vita e le principali imprese alpinistiche, vengono prese in esame la vita e le imprese alpinistiche più importanti quali: La salita del Grand Capucin, La spedizione del K2 e La scalata al Petit Dru, La solitaria invernale sulla parete Nord del Cervino. Emergerà come queste ascese abbiano come comune denominatore lo spirito di avventura, il coraggio, il profondo spirito di amicizia che lo legava ai compagni di cordata, la determinazione per arrivare in cima alle vette più impervie, il rispetto profondo per la natura e il dialogo intimo con la montagna. Accanto ad un rigorismo etico e morale, che lo porterà ad uno scontro aperto con il Club Alpino Italiano per il riconoscimento della verità circa i fatti del K2, Walter Bonatti, si dimostrò sempre attento ad evitare ogni strumentalizzazione della sua azione e delle sue imprese alpinistiche ancorate ai valori tradizionali dell’alpinismo. Nel secondo capitolo, Walter Bonatti e i luoghi dell’esplorazione, viene descritto il passaggio da un’esplorazione verticale, nata sulle più alte pareti delle Alpi, a un’esplorazione orizzontale a 360 gradi, volta a scoprire le contrade più impervie e ardue del pianeta, calandosi in quella che lo stesso Bonatti amò definire ‘Dimensione ulissiana’ dell’uomo, in viaggio costante verso mondi inesplorati, siano essi esteriori o interiori, alla continua ricerca della propria identità. Il terzo capitolo, Il viaggio come strumento di formazione e conoscenza del proprio mondo interiore, sviluppa il tema dell’avventura esplorativa come strumento di conoscenza ed emancipazione personale e sociale, approfondendo il tema dell’educazione ambientale e del rispetto dei valori universali dell’uomo, al fine di costruire una società equa e sostenibile dove tutti gli uomini si possano dire eguali e destinatari dei medesimi diritti, in equilibrio con la natura che li ospita. Si prende in esame la possibilità di esportare nei luoghi dell’educazione parte degli insegnamenti e delle scoperte derivanti dal percorso esplorativo di Bonatti. La mia tesi analizzerà quindi il pensiero e l’attività alpinistica ed esplorativa del rocciatore lombardo, volgendo particolare attenzione all’aspetto dell’educazione ai valori universali dell’uomo e della natura, che si configurano come punti di riferimento in grado di orientare ogni viaggio di scoperta verso i propri mondi interiori. Si vedrà come ogni viaggio, sia esso ‘verticale’ oppure ‘orizzontale’, rappresenti un’esperienza unica e irripetibile, in grado di condurre l’uomo verso parti ancora inesplorate del proprio essere. Così scrive in una delle tante pagine dei suoi libri, che a mio avviso ben racchiude l’essenza della ‘Dimensione ulissiana’ che permane lungo tutto il suo percorso di vita: “Ho sempre ammirato alpinisti di ogni epoca, ma non ho mai preso nessuno a modello. Ho dunque letto, visto, ascoltato e valutato molti della montagna, ma solo per creare me stesso, non per imitarli. È mia convinzione che l’alpinismo migliori solo chi è portato a migliorarsi; non migliora certo gli inerti o gli spavaldi”. Morirà con lui un uomo gentile e intransigente, un eroe romantico, coerente protagonista di imprese ai limiti del possibile. Non solo uno dei più alti esponenti dell’alpinismo classico ed estremo, ma il simbolo di un amore incondizionato per la montagna, che continua a tramandarsi di generazione in generazione.
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