Riassunto analitico
Premessa
La tesi Il seminario vescovile tra le due guerre mondiali: Itinerario formativo del chierico Reggiano desidera scoprire le fondamenta del percorso di preparazione dei preti diocesani. La formazione dei presbiteri risulta essere un elemento chiave per definire alcuni fenomeni che hanno guidato la vita della chiesa e della società come descritti di seguito.
-La presenza di figure presbiterali come Don Leone Tondelli o Don Augusto Pasi di ampie vedute culturali e metodologiche. Don Leone Tondelli colui che ha contribuito ad introdurre lo studio delle materie esegetiche in seminario attraverso i nuovi strumenti della critica esegetica; Don Augusto Pasi che opera un proficuo dialogo con i non credenti. -La considerazione del presbitero Reggiano da parte della società locale come il Prete di Tutti. Il clero reggiano in modo particolare durante la seconda guerra mondiale svolge la propria missione pastorale per la custodia e per la promozione della giustizia tra tutte le persone. In merito possiamo ricordare Don Angelo Cocconcelli, Don Pasquino Borghi, Don Pigozzi Battista e Don Giuseppe Iemmi. -La presenza di vocazioni presbiterali da famiglie non praticanti. Merita il ricordo la vocazione di Don Sergio Pignedoli futuro Cardinale proveniente da famiglia socialista o del Professor Augusto Pasi proveniente da famiglia comunista. -L'attenzione alle situazioni di emergenza sociale. Un clero che prima e dopo la creazione della Rerum Novarum si trova in prima linea per far fronte alle problematiche sociali. Esemplari i ricordi di: Don Antonio Colli rettore del seminario che per favorire il credito al corporativismo cattolico inaugura il Banco San Prospero; Don Prospero Farioli che inaugura nell'isolato San Rocco un luogo educativo per i giovani e i militari della città. -Una chiesa ricca di diverse spiritualità che fanno riferimento alla tradizione mistica come don Dino Toreggiani e a quella Ignaziana come Don Luigi Galimberti.
I fenomeni individuati costituiscono il punto di partenza, per capire la loro origine. I punti di ricerca su cui trovare le radici sono: le direttive della santa sede, i documenti del vescovo, il contesto storico, i regolamenti della vita comunitaria, la spiritualità, lo studio scolastico e lo stile educativo. Il lavoro compiuto sostiene che nella diocesi di Reggio Emilia nel periodo che va dal 1900 al 1945 i seminaristi sono stati formati con una consapevolezza universale. Possiamo definire questa consapevolezza come un rendersi conto che il prete non viene preparato per stare solo in chiesa; ma anche per vivere in una dimensione di comunione con la realtà sociale. LA formazione a partire da quella scolastica preparava il giovane seminarista a rafforzare le proprie capacità intellettuali, per poi un domani da prete poterle concretizzarle nella realtà. Il novello prete ordinato è in grado di saper esplicare la sua funzione sacramentale ma anche di saper svolgere la sua funzione attiva nel contesto sociale. La preparazione del chierico seppur teorica dava le basi per sapersi applicare un domani nella società. La presenza di una realtà sociale statica nel periodo storico analizzato favorisce una maggiore facilità di orientamento e di applicazione. La base intellettuale e spirituale è frutto di una preparazione plurale che permette il confronto fra culture, filosofie e spiritualità diverse. Una formazione che aiuta il seminarista a conoscere il pensiero contemporaneo per poter contestualizzare l'annuncio cristiano in terra reggiana. Tale formazione trova le sue radici nell'enciclica Rerum Novarum e nella riforma degli studi dei seminari operata nel 1908 dal Card Ferrata. Successivamente attraverso il magistero di Pio X trova una sua maggiore radicalità nella tradizione della chiesa. In diocesi tale sistema educativo trova nel Vescovo E. Brettoni un forte sostenitore per rinnovare la società reggiana degenerata in una cultura totalitaria.
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