Riassunto analitico
Si è è svolta una ricerca nel campo della didattica museale per indagare se vi è correlazione tra la fruizione del patrimonio culturale e l’inclusione sociale, seguendo il modello Best Practice ICOM CECA. La ricerca coinvolge 211 studenti dagli 11 ai 13 anni di due Istituti Comprensivi della provincia di Parma e vede la delineazione di un progetto di fruizione virtuale di nove luoghi di culto della provincia emiliana considerati patrimonio culturale. Al progetto è stato dato il titolo di ParmARTEfice di CITTADINI per una triplice motivazione: Parma è la Provincia italiana da cui si attingono i luoghi di culto per lo sviluppo delle attività, l’ARTE rimanda alla fruizione del patrimonio culturale, ovvero al contenuto e al materiale artistico impiegato per il raggiungimento dell’inclusione sociale che viene indicato nel gioco di parole artefice di CITTADINI, sottolineando che alla fruizione del patrimonio culturale, con determinate strategie di didattica museale, può essere affidato il compito di incrementare le competenze di cittadinanza dei partecipanti. Nello specifico si è proceduto con una previa revisione della letteratura in merito al concetto di patrimonio culturale, alle innovazioni introdotte dalla didattica museale e all’inclusione sociale in senso ampio; successivamente si è messo in evidenza il legame che soggiace a questi tre campi nella prospettiva di implementare le competenze di cittadinanza previste dalla Raccomandazione del 2018. La tesi è che il patrimonio culturale, essendo prezioso custode di stimoli conoscitivi sia al contempo strumento, mediante approcci didattici innovativi, al servizio dell’umanità per lo sviluppo del pensiero critico che conseguentemente favorirebbe l’incremento delle competenze che fanno di un soggetto un cittadino inserito costruttivamente nella comunità, che contribuisce alla sua continua crescita. Gli approcci innovativi dell’educazione museale hanno evidenziato quanto la sollecitazione all’apprendimento significativo grazie all’interdipendenza positiva che si viene a creare all’interno del gruppo di lavoro e alla costruzione collettiva di saperi, rispetto ai metodi tradizionali, sia capace di far sperimentare l’interazione con l’altro quale nuovo paradigma educativo, in base al quale la scuola dovrebbe saper accogliere e promuovere ogni differenza quale fonte di ricchezza. Con tale prospettiva si è dimostrato che si può contribuire alla promozione dell’equità e della giustizia sociale, e quindi alla crescita integrale dei membri della società, impiegando il patrimonio culturale quale fonte e occasione per sviluppare dei progetti educativi specifici. La costruzione del sapere con il gruppo dei pari, oltre a risvolti sul piano relazionale, offre l’occasione di muoversi all’interno della Zona di Sviluppo Prossimale teorizzata da Vygotskij permettendo il passaggio dal livello attuale a quello potenziale grazie all'aiuto del gruppo: l’offerta di occasioni di apprendimento e lavoro in cui le persone possano interagire con gli altri e scoprire o creare nuovi saperi conduce al riconoscimento della diversità quale ricchezza irrinunciabile per lo sviluppo e il mantenimento del benessere comune. La cultura racchiusa nel patrimonio culturale può essere la via per giungere a una comunità integrata e generosa che condivide solidarietà e responsabilità nei confronti della vita di ciascun membro.
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