Riassunto analitico
L’elaborato presentato si propone di approfondire il tema della parità dei diritti in ambito lavorativo, l’analisi viene sviluppata seguendo il percorso storico della teorizzazione dei diritti, tenendo in considerazione il contributo fornito dai filosofi classici, positivisti e giuspositivisti, con particolare attenzione a tutto quell’insieme di documenti il cui contributo è riscontrabile, oggi, nelle diverse carte costituzionali emanate. Il decalogo continua, in seguito, affrontando i principali eventi storici che hanno contribuito alla limitazione dei diritti in capo alle donne, analizzando le diverse posizioni secondo le quali al sesso femminile siano attribuite solo attività subordinate al ruolo maschile in quanto private di capacità e attitudini che consentano la libertà d’azione individuale. Nell’excursus documentato si affronteranno poi tutti gli eventi storici che hanno contribuito a creare terreno fertile per la rivendicazione dei diritti femminili avanzati in primis dalle militanti femministe, per proseguire con un’analisi delle politiche promosse dalle organizzazioni sovrastatali come l’Unione Europea e l’ONU nella salvaguardia della questione femminile. Tale analisi si compone di considerazioni diverse, basate su una moltitudine di fattori, le politiche in esame considerano il ruolo attivo delle normative Statali congiuntamente alla promozione di politiche mirate all’eguaglianza di genere in ambito lavorativo ma anche sociale e culturale, strategie quali Gender Mainstreaming, parità formale e azioni positive, risultano di particolare rilevanza nella guida delle attività promosse nel singolo paese. Dopo aver fornito una panoramica dei paesi con minore disparità di genere (retribuzione, cariche di rilievo, tasso di impiego a tempo pieno etc.) e le relative politiche pubbliche emanate in materia, si approfondisce la “questione femminile” con il contributo della prima donna prefetto italiana, Rosanna Oliva, avvocato, giurista e attivista, che ha mosso causa alla Corte Costituzionale nel 1961 a seguito dell’impossibilità di accesso alla carriera prefettizia perché donna. Rosanna Oliva vincendo la causa, per la violazione degli articoli 3 (eguaglianza di fronte alla legge senza distinzione di sesso) e 51 (accesso ai pubblici uffici e alle cariche elettive senza discriminazioni basate sul genere) della Costituzione, ha contribuito a riconoscere l’accesso alle donne italiane a tutti i gradi della carriera pubblica giuridica.
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