Riassunto analitico
Affronterò le difficoltà e le opportunità per la crescita offerte alle PMI, analizzerò il rapporto con le banche e l'utilizzo dei nuovi strumenti finanziari a loro disposizione per sostenere un percorso di crescita.Le piccole realtà imprenditoriali italiane, non hanno mai avuto le stesse opportunità riconosciute alle imprese di dimensioni maggiori e con volumi d'affari più consistenti, non hanno mai avuto le garanzie e le tutele di cui necessitavano per competere ad armi pari anzi, in alcuni casi, venivano addirittura svantaggiate da un'eccessiva burocrazia che ne appesantiva notevolmente l'amministrazione o dall'imposizione di costi insostenibili per realtà cosi piccole. In poche parole, l'attenzione verso queste imprese era pressoché nulla.Fortunatamente, negli anni più recenti, qualcosa è cambiato. L'Italia si è resa conto di quanto queste realtà imprenditoriali siano importanti, preziose e vadano tutelate al pari delle più grandi imprese. Nelle difficoltà, come questa recente pandemia, questi piccoli giganti si sono dimostrati tenaci e determinati a resistere, forse più di quelle imprese che sulla carta, non avrebbero dovuto avere difficoltà. L'Italia ha quindi voluto adeguarsi a quello che già stava succedendo nel resto d'Europa, adottando un sistema normativo ad hoc per le piccole e medie imprese, che ne garantisse opportune tutele e possibilità. Quello che è stato ovviamente rivisto, è anche il rapporto delle imprese con gli istituti di credito, in particolari le banche, tema che verrà trattato nel Capitolo 2 di questo elaborato. Ci si soffermerà dunque sul ruolo svolto dalle banche e il fenomeno del credit crunch, cioè la forte restrizione che ha colpito l'offerta di credito da parte delle banche e che può essere attuata in vari modi, dall'aumento dei costi di finanziamento, quali i tassi di interessi applicati, o rendendo maggiormente rigidi i criteri di valutazione del merito creditizio. Da sempre, questo rapporto non è stato facile, la fiducia reciproca era poca, i vantaggi per gli imprenditori erano quasi nulli, se confrontati con i costi necessari per avere accesso al credito. Come è facilmente intuibile, la crescita ha bisogno di investimenti. E gli investimenti necessitano di capitali da investire. Questi capitali, per le piccole imprese, ma ancora di più per le micro-imprese, erano quasi inaccessibili. Questo dovuto al fatto che alle piccole imprese erano richiesti gli stessi standard dovuti alle grandi imprese, requisiti di governance e un assetto gestionale e burocratico insostenibile. Pian piano sono quindi mutate le condizioni di accesso al credito bancario, ma questo non è stato sufficiente. Per le PMI l'unico canale adottabile è stato per moltissimi anni, solo ed esclusivamente quello bancario, che ha portato ad una rigidità fortissima nella concessione del credito con l'introduzione dei requisiti imposti dai regolamenti di Basilea e nel corso del tempo, le banche si sono dimostrate inadatte a concedere finanziamenti opportuni a tutte le imprese, ma in particolare per quelle realtà più piccole che hanno bisogno di un occhio di riguardo. Si parlerà delle difficoltà di accesso al credito da parte delle PMI e della principale debolezza del sistema finanziario italiano che è rappresentata dall'eccessiva dipendenza delle imprese dal canale bancario e dalla limitata raccolta diretta di fondi sui mercati. Oggi per fortuna, le alternative iniziano a comparire e nel Capitolo 3, approfondirò il ventaglio di opportunità di finanziamento per le PMI, come strumenti finanziati ad hoc per favorire la crescita e l'espansione del loro business senza sommergerle di cavilli burocratici, ma semplificando moltissimo l'accesso ai capitali con adempimenti documentali snelliti rispetto a quanto è dovuto alle grandi imprese.
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