Riassunto analitico
La città di Parma è stata nominata Capitale italiana della Cultura per gli anni 2020-21, avendo così la possibilità di mostrare, sia a livello nazionale che internazionale, i propri beni artistici, storici e paesaggistici. L'insolita durata biennale dell'incarico è dovuta alle numerose difficoltà causate dalla pandemia di Covid-19, che ha investito anche il mondo dell'arte e della cultura, costringendolo a fermarsi per mesi. Al fine di osservare con uno sguardo più critico l'offerta espositiva connessa a questo evento, ho indagato le mostre organizzate all'interno della Galleria Nazionale di Parma, dai primi anni del secondo dopoguerra agli anni Duemila. Di conseguenza, mi sono avvicinata alle iniziative attuali solo dopo aver acquisito una conoscenza dettagliata di quelle passate, che mi ha permesso di osservare con uno sguardo più consapevole le esposizioni allestite nel presente. Nel mio lavoro ho ripercorso le peculiarità delle mostre parmensi dagli anni Cinquanta fino a oggi, al fine di confrontarle e mettere in luce non solo i cambiamenti avvenuti, nel corso dei decenni, nei temi trattati e nell’organizzazione, ma anche gli elementi di continuità. Partendo da questi presupposti, ho suddiviso la mia tesi in quattro capitoli. Il primo esamina le esposizioni organizzate all'interno della Galleria Nazionale di Parma negli anni Cinquanta (che tendevano a esporre in prevalenza opere conservate in loco, salvate dal secondo conflitto mondiale e restaurate) e negli anni Sessanta (queste ultime incentrate sullo studio e la riscoperta del patrimonio artistico del territorio). Il secondo capitolo prende in considerazione le mostre parmensi degli anni Settanta, di alto contenuto scientifico, sempre inserite in un'ottica di ricognizione regionale, e quelle degli anni Ottanta, contraddistinte da progetti portati avanti, in una prospettiva internazionale, in collaborazione con importanti musei stranieri. Il terzo capitolo è incentrato sugli anni Novanta e Duemila, definiti, a livello globale, da una sempre crescente quantità di esposizioni, talvolta di bassa qualità; al contrario, Parma ha continuato, in questi decenni, a mettere a punto iniziative di grande valore culturale, puntando sempre su artisti e luoghi della città. Infine, l'ultimo capitolo getta uno sguardo sull'offerta espositiva di Parma Capitale italiana della Cultura 2020-21. L’analisi che ho condotto dimostra come, a Parma, la qualità e la varietà abbiano sempre contraddistinto, nel corso dei decenni, un'offerta espositiva che, nonostante sia notevolmente cambiata nel corso del tempo, è sempre rimasta contrassegnata da quei principi che permettono alle mostre di essere definite “di valore”.
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