Riassunto analitico
INTRODUZIONE Secondo l’OMS, le malattie croniche non trasmissibili (MCNT) determinano circa il 90% dei decessi in Italia e in Europa e si stima che questo dato tenderà a peggiorare nei prossimi anni a causa del progressivo invecchiamento della popolazione. Queste patologie sarebbero in parte prevenibili eliminando alcuni scorretti stili di vita tra cui: il fumo di sigaretta, la sedentarietà, l’eccesso ponderale e il consumo di alcol a maggior rischio. La lotta questi fattori di rischio rappresenta da anni una delle principali priorità del nostro sistema sanitario. Scopo dello studio è valutare l’attenzione degli operatori sanitari agli stili di vita dei propri assistiti e di verificare quanto le tematiche di prevenzione e di medicina d’iniziativa siano inserite nei percorsi formativi dei professionisti sanitari.
MATERIALI E METODI Utilizzando i dati della sorveglianza PASSI, sono stati analizzati i trend temporali delle prevalenze degli scorretti stili di vita e i trend dei relativi consigli dati dagli operatori sanitari. Sono stati inoltre esaminati i principali riferimenti normativi (Piano Nazionale della Cronicità, della Prevenzione e della Sorveglianza Attiva) e i Decreti Ministeriali che inquadrano i percorsi formativi dei futuri medici per verificare quanto siano centrali le tematiche di “cronicità”, di “prevenzione”, di “medicina d’iniziativa”. È stata consultata la banca dati Medline (PubMed) per la ricerca di articoli scientifici, utilizzando parole chiave come “lifestyle medicine”, “chronic diseases”, “behaviour change”, “medical education”. È stata effettuata una ricerca per le parole chiave “prevenzione”, “stili di vita”, “medicina d’inziativa” e “cronicità” nei DM 270/04 e 8/20.
RISULTATI: I trend temporali delle prevalenze degli scorretti stili di vita e i trend dei relativi consigli dati dagli operatori sanitari sono pressochè stazionari nel corso degli anni. Vi sono importanti differenze tra i consigli che vengono dati ai bevitori di alcol a rischio e gli altri stili di vita. La ricerca per parole chiave ha mostrato che il termine “prevenzione” è presente 4 volte, l’espressione “medicina preventiva” una sola volta.
DISCUSSIONE: La medicina preventiva e d’iniziativa sono strumenti ancora troppo poco utilizzati dagli operatori sanitari. I medici di medicina generale, grazie alle caratteristiche della propria professione, sono le figure che riescono ad applicare al meglio questi principi. I dati nazionali restano allarmanti, con i trend delle prevalenze degli scorretti stili di vita che rimangono stazionari o persino in aumento. Questo nonostante nei programmi di prevenzione siano ben chiari gli obiettivi e gli strumenti per raggiungerli. In aggiunta, questi programmi di prevenzione stabiliscono anche una serie di principi e direttive che gli operatori sanitari in formazione dovrebbero acquisire; concetti che però non sono ugualmente presenti nei decreti che stabiliscono e adeguano i percorsi formativi di questi professionisti.
CONCLUSIONE: L’attenzione degli operatori sanitari allo stile di vita dei propri assistiti rimane molto bassa nonostante le consistenti conoscenze che si hanno sul tema e i diversi programmi preventivi che sono stati applicati negli ultimi decenni. Fondamentale sarà investire sulla formazione dei professionisti della salute, eventualmente creando nuove figure professionali ad hoc, ma anche ripensare e rimodulare i programmi preventivi fino ad oggi applicati, pensando ad un vero e proprio nuovo approccio.
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