Riassunto analitico
Lo scopo di questa tesi è analizzare gli aspetti epidemiologici e clinici preliminari dello studio SIMID, il quale nasce dalla necessità di valutare la prevalenza ed identificare l’impatto clinico e prognostico della carenza di ferro nei pazienti che vengono ricoverati nei reparti di Medicina Interna per insufficienza cardiaca acuta o cronica riacutizzatata e per BPCO di nuova diagnosi o riacutizzata. L’obiettivo secondario dello studio è la classificazione dei pazienti con sideropenia rispetto a marcatori biochimici standard e sperimentali (epcidina e recettore solubile della transferrina) dell’assetto marziale. La carenza di ferro viene definita sulla base di valori della ferritina <100 ng/mL oppure <300 ng/mL se la saturazione della transferrina è <20% ed è una delle comorbidità a maggior prevalenza nei pazienti con insufficienza cardiaca cronica. Indipendentemente dall’anemia, si associa a riduzione della qualità della vita, disabilità e maggior tasso di mortalità e ospedalizzazione. Diversi studi hanno dimostrato che il trattamento della sideropenia assoluta o funzionale è in grado di migliorare gli outcomes nei pazienti con scompenso cardiaco, come la qualità di vita, la classe NHYA, le performance al 6MWT e la riduzione della ri-ospedalizzazione. Nei pazienti con BPCO è stata rilevata una correlazione positiva tra la sideremia ed alcuni parametri della funzionalità respiratoria, come FEV1, FVC e FEV1/FVC. Inoltre, lo stato ferro-carenziale si associa a valori di ossiemia ridotti durante il giorno, episodi di desaturazione notturna e capacità aerobica ridotta. La prevalenza della carenza di ferro in questa coorte, i marcatori standard e sperimentali, l’identificazione di fattori clinico-anamnestici associati e di eventuali esiti clinico-prognostici sfavorevoli saranno informazioni utili ai fini di individuare una sottopopolazione di pazienti che possa beneficiare di supplementazione marziale in corso di ricovero o alla dimissione, per migliorare il trattamento e la prognosi.
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Abstract
Lo scopo di questa tesi è analizzare gli aspetti epidemiologici e clinici preliminari dello studio SIMID, il quale nasce dalla necessità di valutare la prevalenza ed identificare l’impatto clinico e prognostico della carenza di ferro nei pazienti che vengono ricoverati nei reparti di Medicina Interna per insufficienza cardiaca acuta o cronica riacutizzatata e per BPCO di nuova diagnosi o riacutizzata. L’obiettivo secondario dello studio è la classificazione dei pazienti con sideropenia rispetto a marcatori biochimici standard e sperimentali (epcidina e recettore solubile della transferrina) dell’assetto marziale.
La carenza di ferro viene definita sulla base di valori della ferritina <100 ng/mL oppure <300 ng/mL se la saturazione della transferrina è <20% ed è una delle comorbidità a maggior prevalenza nei pazienti con insufficienza cardiaca cronica. Indipendentemente dall’anemia, si associa a riduzione della qualità della vita, disabilità e maggior tasso di mortalità e ospedalizzazione. Diversi studi hanno dimostrato che il trattamento della sideropenia assoluta o funzionale è in grado di migliorare gli outcomes nei pazienti con scompenso cardiaco, come la qualità di vita, la classe NHYA, le performance al 6MWT e la riduzione della ri-ospedalizzazione.
Nei pazienti con BPCO è stata rilevata una correlazione positiva tra la sideremia ed alcuni parametri della funzionalità respiratoria, come FEV1, FVC e FEV1/FVC. Inoltre, lo stato ferro-carenziale si associa a valori di ossiemia ridotti durante il giorno, episodi di desaturazione notturna e capacità aerobica ridotta.
La prevalenza della carenza di ferro in questa coorte, i marcatori standard e sperimentali, l’identificazione di fattori clinico-anamnestici associati e di eventuali esiti clinico-prognostici sfavorevoli saranno informazioni utili ai fini di individuare una sottopopolazione di pazienti che possa beneficiare di supplementazione marziale in corso di ricovero o alla dimissione, per migliorare il trattamento e la prognosi.
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