Riassunto analitico
L'elaborato parte da una breve disamina storica riguardo l'evoluzione della società a responsabilità limitata, soffermandosi poi su di un approccio comparatistico a tale istituto in un’ottica di ricerca di un possibile miglioramento dello stesso. Si prosegue poi con una rapida valutazione delle diatribe dottrinali provocate dalla novella del 2003, con particolare riferimento all'interpretazione che gli studiosi hanno dato alle diverse lacune presenti in tale disposizione legislativa. Si sono delineate, in merito, due correnti dottrinali (e anche giurisprudenziali) che hanno tentato di dare una risposta alle questioni emerse a seguito della l. n. 6 del 2003; in particolare nell’elaborato si parlerà di: (i) una tesi (o dottrina) maggioritaria, i cui sostenitori hanno ritenuto necessario colmare le lacune tramite il ricorso all’analogia e al legame che da sempre nel nostro ordinamento unisce S.r.l. e S.p.a. e di (ii) una testi (o dottrina) minoritaria, sostenuta nell’elaborato, i cui fautori hanno invece ritenuto opportuno interpretare le lacune lasciate dal legislatore come una scelta, effettuata dallo stesso, di concedere maggiore autonomia e flessibilità al modello societario della S.r.l., allontanandolo definitivamente da quello della S.p.a. Successivamente si descrive la particolare importanza rivestita dall’azione autonoma di responsabilità dei creditori rispetto a quella della società. Difatti, tale questione determina l'effettiva possibilità che gli amministratori (i quali spesso, se non sempre, all'interno delle società a responsabilità limitata corrispondono ai soci) siano chiamati a rispondere anche nei confronti dei creditori sociali per non aver correttamente adempiuto ai propri obblighi (generali e specifici, secondo il rispetto della BJR, etc.) o per atti di mala gestio. Successivamente si esamina l'art. 2476 c.c., modificato dal d.lgs. D. Lgs. 12 gennaio 2019, n. 14, che ha introdotto un sesto comma, il quale ha posto fine a tali discussioni, esplicitando la presenza di una azione dei creditori autonoma. Tale affermazione da parte del legislatore dà al dibattito dottrinale una sfumatura completamente differente; alcuni autori intravedono già la “morte” della S.r.l., la quale vede i propri soci (che, come detto, corrispondono quasi sempre, per ratio del modello societario stesso, agli amministratori) rispondere nei confronti dei creditori con il proprio patrimonio; sembra che ormai la S.r.l. non sia più una vera e propria società di capitali ma (forse) una società di persone. Le incertezze e i dubbi trovano dunque risposta, ma questa risulta essere realmente soddisfacente? In conclusione, ci si soffermerà sulle posizioni assunte dalla giurisprudenza, dopo la novella del 2003, per cercare di comprendere quanto l’aggiunta del sesto comma all’art. 2476 c.c. abbia realmente inciso sul modello societario in esame (con riguardo, in specie, all’azione del curatore fallimentare e del commissario giudiziale). L'elaborato, all'interno delle conclusioni e a seguito di un ampio studio relativo a tale punto, tenta di dare una risposta a questo quesito proponendo anche delle soluzioni alternative ed esaminando i modelli messi maggiormente a rischio da tale innovazione normativa (come il modello della s.r.l. unipersonale).
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