Riassunto analitico
BACKGROUND La prima crisi epilettica è una frequente causa di accesso al Pronto Soccorso tra i pazienti adulti. Il rischio di recidiva dopo una prima crisi epilettica è molto variabile e la sua precisa definizione rappresenta un momento fondamentale per la formulazione di diagnosi epilessia. OBIETTIVO Definizione delle caratteristiche cliniche di una popolazione di pazienti adulti con diagnosi di prima crisi epilettica e confronto delle caratteristiche dei pazienti con crisi provocata e non provocata. Definizione del rischio di recidiva e mortalità a lungo termine (follow-up fino a 14 anni) nella popolazione complessiva ed in relazione alle caratteristiche eziologiche della prima crisi. METODI Il presente è uno studio retrospettivo su una coorte di pazienti di età > 13 anni con diagnosi di prima crisi epilettica, osservati presso l’Ospedale Civile di Baggiovara (OCB) tra il 1 gennaio 2006 ed il 31 dicembre 2009. Le informazioni di follow-up sono state ricavate dalla consultazione del Sistema Informatico Ospedaliero dell’OCB. Le crisi epilettiche e l’epilessia sono state riclassificate in accordo con l’ultima definizione di epilessia proposta dall’International League Against Epilepsy (ILAE) nel 2014. Sono state condotte analisi descrittive mediante metodiche parametriche e non parametriche quando richiesto, analisi univariate di confronto e analisi di sopravvivenza e di rischio di recidiva. Il livello di significatività statistica adottato per tutte le analisi è pari a p < 0.05. RISULTATI Lo studio include 233 pazienti adulti (mediana 59 anni, range: 14-96 anni, maschi 136) con prima crisi epilettica. Si è verificata una crisi epilettica non provocata in 174 pazienti (75%) mentre i restanti 59 pazienti (25%) hanno presentato una prima crisi provocata. Tra i pazienti con prima crisi non provocata le eziologie più rappresentate sono state gli eventi ischemici remoti/sofferenza vascolare ischemica cronica (44 pz, 25%) e i tumori cerebrali (29 pz, 17%). Le eziologie più rappresentate nel gruppo di crisi provocate sono state l’ictus ischemico acuto (18 pz, 31%) e le alterazioni tossico-metaboliche (20 pz, 34%). Per 38 pazienti (16%) la prima crisi è stata in realtà rappresentata da uno Stato Epilettico (SE) e ciò si è verificato più frequentemente nei pazienti con prima crisi provocata (p = 0.003). Nel periodo di follow-up sono state osservate 142 recidive. Il rischio di recidiva è risultato significativamente maggiore nei pazienti con prima crisi non provocata (p = 0.03) e tale rischio non è stato modificato dall’inizio di una terapia antiepilettica subito dopo la prima crisi (p = 0.2). In accordo con l’ultima definizione di epilessia, è stato possibile formulare retrospettivamente una diagnosi di epilessia dopo una prima crisi non provocata in 107 pazienti (62%). Prendendo in considerazione le recidive, 132 pazienti con prima crisi non provocata (87%) e 10 pazienti con prima crisi provocata (21%), hanno ricevuto una diagnosi di epilessia (p < 0.00001). Nella maggior parte dei casi (103 pz, 73%) è stata formulata una diagnosi di epilessia focale ad eziologia strutturale. La mortalità a 30 giorni è risultata maggiore nei pz con prima crisi provocata rispetto ai pz con prima crisi non provocata (11% vs 5%) ma tale differenza non ha raggiunto la significatività statistica (p=0.15) e la sopravvivenza a lungo termine è risultata sovrapponibile nelle due popolazioni (p = 0.67). CONCLUSIONI I pazienti con prima crisi epilettica non provocata hanno maggior rischio di recidiva rispetto ai pazienti con prima crisi provocata. Tale rischio, in accordo con la nuova definizione di epilessia, supera il 60% a 10 anni e giustifica l’inizio di una terapia antiepilettica subito dopo il primo evento critico. Tuttavia, si conferma che l’inizio immediato della terapia non influenza a lungo termine il rischio di recidiva il quale è determinato principalmente dall’eziologia dell’evento stesso.
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