Riassunto analitico
Nel corso degli ultimi anni sono aumentate la complessità, il rischio e la numerosità delle scelte che gli individui devono sostenere, le cui conseguenze possono incidere in misura rilevante sul tenore di vita delle famiglie. Non sono tuttavia aumentate le conoscenze delle tematiche finanziarie: i cittadini si trovano in una situazione di analfabetismo finanziario, le loro scelte di risparmio e investimento sono spesso incoerenti con il perseguimento del proprio benessere. Tali incoerenze degli individui sono note alle imprese che le incorporano nelle loro decisioni di marketing. Il sistema di tutela degli utenti di prodotti e servizi finanziari si è negli anni evoluto nella consapevolezza della necessità di una più efficace protezione del contraente debole nell'ambito di rapporti finanziari: trasparenza ed informazione sono il perno su cui gira tale sistema, sul presupposto che la disponibilità delle informazioni riduce le asimmetrie informative ed agevola il cliente nell'attività comparativa svolta su più prodotti e servizi finanziari, consentendogli così di effettuare scelte consapevoli. Con la consapevolezza dell'esistenza di irrazionalità degli individui, a livello internazionale, complementariamente alla tutela del consumatore e alla regolamentazione degli intermediari e dei mercati finanziari, si è sviluppato un ampio dibattito sull'importanza dell'educazione finanziaria e su quali strumenti utilizzare per accrescerla. Numerosi sono stati gli interventi da parte di organismi internazionali e nazionali. Sulla base della bibliografia individuata sull'argomento si sono individuati diversi pareri sull'effettiva utilità dell'educazione finanziaria. I favorevoli propongono a sostegno della necessità di avere programmi di educazione finanziaria i benefici che la stessa comporterebbe per i singoli, per la società e per l'economia nel suo complesso. I sostenitori della nocività dell'educazione finanziaria al contrario propongono elementi che dimostrano che la stessa non può far ottenere i risultati sperati e addirittura può essere dannosa. Alla luce di queste considerazioni un pensiero che sorge spontaneo è che non sia possibile far nulla per risolvere la situazione di analfabetismo finanziario in cui si trovano i soggetti. La letteratura in materia dimostra che è possibile risolvere il problema perseguendo alcune politiche pubbliche alternative ai programmi di educazione finanziaria. Tali alternative potrebbero essere rappresentate da strumenti di tipo paternalistico autoritario, che vietano alcune attività e che obbligano gli individui ad effettuare determinate scelte individuate dai soggetti pubblici come ottimali per il raggiungimento del loro benessere. Oppure attraverso un tipo di paternalismo libertario, che viene realizzato attraverso nudge, ossia elementi dell'architettura delle scelte che dirigono in maniera soft le decisioni dei destinatari verso scelte virtuose. Inoltre, una valida alternativa potrebbe essere quella di creare un servizio di consulenza finanziaria indipendente accessibile a tutti e spingere gli individui a fruire dei servizi da questa offerti. Infine, un'opzione potrebbe essere quella di prevedere la responsabilità dell'intermediario nel caso di vendita di prodotti dannosi ad individui meno esperti (come in parte già accade). Dall'analisi effettuata emerge che l'educazione finanziaria risulta essere utile per tutte le tipologie di individuo ma non come cura a tutti i mali. Anche ognuno degli strumenti alternativi analizzati risulta utile, ma nessuno di essi riesce in maniera autonoma a far assumere ai soggetti decisioni finanziarie virtuose. Quello che sembra auspicabile è l'utilizzazione dell'educazione finanziaria e degli strumenti alternativi in maniera combinata. Solo in questo modo si potrebbe ottenere la creazione di sinergie aventi effetti benefici in termine di benessere economico - finanziario per gli individui e, di conseguenza, per il sistema nel suo complesso.
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