Riassunto analitico
L’infertilità è un fenomeno che interessa circa il 15-20% delle coppie nel mondo: una coppia può definirsi infertile, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, quando vi è un’assenza di concepimento dopo un anno di rapporti non protetti. Le cause di infertilità possono derivare da problematiche femminili, maschili, interessare entrambi i componenti della coppia oppure l’infertilità può rimanere “inspiegata” quando non è possibile diagnosticare una causa evidente. La procreazione medicalmente assistita (PMA) ha lo scopo di aiutare le coppie infertili utilizzando tecniche di I livello e tecniche di II livello: tecniche di I livello in cui la fecondazione avviene all’interno dell’apparato riproduttivo femminile (in vivo), mentre nelle tecniche di II livello la fecondazione avviene in-vitro. I terreni di coltura utilizzati per lo sviluppo degli embrioni in-vitro devono fornire idratazione, ioni e sostanze nutritive necessarie per lo sviluppo e la crescita dell’embrione. I componenti più importanti sono: acqua; ioni inorganici; sostanze energetiche (glucosio, lattato, piruvato); aminoacidi; vitamine; sostanze chelanti (EDTA). Esistono due scuole di pensiero sulla composizione ideale dei terreni di coltura: la prima strategia si basa sul principio del ritorno alla natura (“back to nature”) e prevede l’utilizzo di due terreni sequenziali in modo da mimare la composizione dei liquidi nel tratto riproduttivo umano; la seconda strategia si basa invece sul principio di lasciare scegliere all’embrione i componenti di cui ha bisogno in ogni momento del suo sviluppo, per questo viene nominata “let the embryo choose” e prevede l’utilizzo di un solo terreno monofasico per tutti i giorni di coltura embrionale. Lo studio è stato progettato in modo da comparare lo sviluppo embrionale utilizzando i due differenti sistemi di coltura: terreno monofasico (CSMC) e terreni sequenziali (Clevage e Blastocyst). Il procedimento prevede la suddivisione iniziale random delle pazienti selezionate in due gruppi, A e B, relativi rispettivamente al terreno monofasico e ai terreni sequenziali. Dopo aver prelevato gli ovociti, e ottenuto il liquido seminale del partner, mediante tecniche di II livello FIVET o ICSI questi vengono inseminati e fecondati in-vitro. Questo primo passaggio viene svolto nel medesimo terreno di coltura (HTF) per entrambi i gruppi di studio. Successivamente gli zigoti vengono posti nei due differenti terreni di coltura seguendo la suddivisione definita precedentemente: gruppo A in terreno Cleavage (sequenziale) e gruppo B in terreno CSCM (monofasico). Al terzo giorno di coltura viene cambiato il terreno al gruppo B inserendo il secondo terreno sequenziale (Blastocyst) e, per mantenere i due gruppi comparabili, viene rinfrescato anche il terreno del gruppo A (monofasico). Gli embrioni vengono quindi mantenuti in incubatore per i 3 giorni successivi di coltura fino al raggiungimento dello stadio di blastocisti (giorno +5). A questo punto viene effettuato il trasferimento in utero di un massimo di uno o due embrioni. I dati ottenuti da questo studio mostrano delle differenze statisticamente significative per quanto riguarda il tasso di sviluppo a blastocisti (giorno +5) e la qualità delle stesse utilizzando i terreni sequenziali rispetto all’uso del terreno singolo. In termini di qualità degli embrioni allo stadio di 8 cellule (giorno +3) e di risultati clinici, non vi sono invece differenze significative tra le due tipologie di coltura.
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