Riassunto analitico
Partendo dal concetto di partecipazione e dalla sua evoluzione nel corso degli ultimi quattro decenni, si è cercato di descrivere l'attuale regolazione del fenomeno in oggetto tramite un'analisi dei più significativi atti giuridici contenuti nel corpo legislativo europeo ed italiano. La tesi in oggetto consta di cinque capitoli. In principio viene trattata la definizione di partecipazione in termini giuridici, con una successiva distinzione del fenomeno nelle sue varie forme. Dopo una scrematura degli ambiti non interessati dallo studio vengono descritti gli istituti giuridici, organizzati in una rappresentazione scalare, passando dalle forme partecipative più deboli a quelle più forti. Il terzo paragrafo del primo capitolo si concentra sull'evoluzione delle basi giuridiche concernenti, prima in Italia e poi in Europa; il quarto ed ultimo paragrafo tratta invece delle direttive europee più significative: la2001/86/CE, 2002/14/CE, 2009/38/CE. Il corpo centrale della tesi, composto dai capitoli II, III e IV, comprende un'analisi delle direttive più significative per l'oggetto dello studio, ossia nell'ordine la dir. 2009/38/CE e la dir. 2002/14/CE, oltre ai decreti legislativi adottati per la trasposizione in Italia: rispettivamente il D. Lgs. 113/2012 e il D. Lgs. 25/2007. Si è scelto di compiere una vera e propria analisi del testo giuridico relativamente alla cosiddetta 'nuova direttiva sui Comitati Aziendali Europei' ed al relativo decreto attuativo. Tale analisi è stata compiuta articolo per articolo, in ordine di numerazione, cercando di approfondire tutte le tematiche che sono state oggetto di maggiore attenzione da parte di giuristi europei ed italiani, mantenendo pur sempre un occhio critico riguardo la reale attuazione all'interno del mondo imprenditoriale. Particolare attenzione è stata dedicata alle motivazioni che hanno spinto il Parlamento Europeo a votare l'atto giuridico in oggetto, e la Commissione Europea a redarlo. Tale motivazioni sono contenute nella parte non imperativa, composta dai 'considerando', che spesso sono stati utilizzati per facilitare lo studio dell'articolato. Il quarto capitolo invece risulta più discorsivo, poiché molte delle definizioni utilizzate nella direttiva 2002/14/CE e successivamente nel decreto attuativo, sono state riprese nella direttiva 2009/38/CE; si è voluto quindi evitare di ripetere concetti già espressi, che avrebbero comportato la stesura di un testo eccessivamente prolisso. Ampia cura è stata dedicata alle innovazioni introdotte da questa direttiva, la quale viene considerata tra le pietre miliari della partecipazione (in senso debole) dei lavoratori alla gestione aziendale. Il capitolo non è più stato organizzato seguendo l'ordine degli articoli che compongono i due testi, ma si è scelto di sviluppare il percorso per tematiche, riducendo rispetto ai due capitoli precedenti i riferimenti agli articoli. Il capitolo conclusivo, ossia il quinto, tratta il tema da un punto di vista statistico. Quest'ultima parte si basa su uno studio della fondazione Eurofound, intitolato European Company Survey (ECS), oltre che dal paper redatto nel 2011 dalla medesima organizzazione, che ne esplica i risultati. Trattandosi comunque di una tesi finale di un corso di laurea in scienze economiche, si è valorizzato un aspetto più pragmatico per quantificare i reali effetti dei testi di legge. Partendo dai dati raccolti tramite interviste poste a manager e rappresentanti dei lavoratori in 30 Stati da questa fondazione e da un suo ramo in particolare, l'Osservatorio Europeo delle Relazioni Industriali (EIRO), si sono tratte conclusioni riguardo la reale dimensione del fenomeno e l’impatto che le due direttive oggetto di studio hanno avuto sulle relazioni industriali in Europa.
|