Riassunto analitico
Nulla pare turbarci più del cancro, tra tutte le malattie che ci affliggono. Nonostante gli innegabili progressi e una divulgazione scientifica rassicurante, il cancro resta, nell'immaginario collettivo, la bestia nera che vorremmo tenere lontana il più possibile. Per questo motivo è necessario convincere la popolazione ad avere un occhio di riguardo in più per tutto ciò che può salvaguardare la salute. L'attenzione quindi dovrebbe essere massima nei confronti di tutto ciò che permetterebbe un'idonea prevenzione di una eventuale malattia, soprattutto nel caso in cui si tratti di una patologia tumorale. Non c'è da stupirsi dunque del sollievo con cui viene accolta la notizia che, almeno per il tumore alla cervice uterina, si affaccia la promessa di una nuova arma: si tratta di un vaccino. Questa volta però la vaccinazione non servirebbe a proteggere da una “semplice” malattia, come potrebbe essere il morbillo o la rosolia, bensì da un cancro, che si sviluppa anche dopo molti anni (circa 20) dall' epoca del contagio virale. Essa tuttavia non può sostituirsi completamente ad un'altra metodica di prevenzione nei confronti del tumore cervicale, ovvero il test di Papanicolau, meglio conosciuto come Pap-test, un esame di screening citologico che permette il riconoscimento di cellule anormali e di lesioni precancerose provocate dal Papillomavirus umano (HPV) che con il passare del tempo potrebbero evolvere in una patologia ben più grave. Il ricorso combinato alle due metodiche preventive ha permesso una notevole riduzione della mortalità per tumore cervicale, causa ogni anno di elevati costi per la sanità pubblica, sia per quanto concerne il ricovero ospedaliero, sia per il trattamento di esso. Inoltre dal 2007 sono disponibili anche in Italia due vaccini anti Papillomavirus, Gardasil e Cervarix, come già accennato, da affiancare alla metodica di screening, per aumentare maggiormente la protezione nei confronti dei genotipi di HPV, definiti ad alto rischio oncogeno, che costituiscono la maggiore causa, se non l'unica, dello sviluppo del carcinoma della cervice uterina. Fin qui appare tutto molto chiaro e ben definito. Purtroppo non si può però trascurare il lavoro accurato di marketing che le due lobby farmaceutiche, produttrici dei vaccini disponibili in tutto il mondo, hanno pianificato nei minimi dettagli, già a partire dalla sponsorizzazione dei trials clinici e di campagne pubblicitarie, studiate per poter fare breccia sulla sensibilità della popolazione. Queste ultime evidenziano i numerosi effetti benefici che le vaccinazioni possono offrire, trascurando ponderatamente le possibili reazioni inaspettate che esse potrebbero originare. Vi sono ancora dibattiti aperti riguardo all'efficacia e alla sicurezza dei vaccini rivolti a proteggere dall'infezione da HPV, e questo soprattutto perché il tumore alla cervice uterina si manifesta clinicamente anche dopo molti anni dal contagio virale. Inoltre i test e gli studi post-marketing riguardanti i vaccini sono tuttora in corso di aggiornamento, essendo essi di recente introduzione in commercio e mancando quindi dati “storici” che comprovino la loro reale efficacia. Di certo per il Sistema Sanitario Nazionale sarebbe più ragionevole investire risorse economiche in tutto ciò che permette di prevenire una patologia, evitando così di ricorrere a trattamenti curativi sempre più costosi, che lo obbligherebbero a centellinare i fondi a disposizione. E' con questi presupposti che il mio lavoro di tesi vuole offrire una descrizione, il più imparziale possibile, della struttura del Papillomavirus, delle manifestazioni cliniche che esso può provocare nell'uomo, dei costi per il trattamento dell'infezione e delle metodologie di prevenzione attualmente disponibili, nonché delle prospettive future che la ricerca potrebbe riserbare, affinché il lettore possa infine effettuare una scelta consapevole e ponderata riguardo alla propria salute e a quella dei posteri.
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Abstract
Nothing seems to upset us more than cancer,among all the diseases that plague us. Spite of the undeniable progress and reassuring scientific disclosure, cancer remains in the collective the black beast that we would like to keep away as much as possible. For this reason it is necessary to convince people to pay more attention to everything that concerns the safeguarding of health. The attention should therefore be extreme towards everything that allows the prevention of a disease, especially if it is a cancer disease. Thus, no wonder the relief with which it's received the news that, least for the cervical cancer, overlooks the promise of a new weapon: it is a vaccine. This time, however, the vaccine would not protect us against a "simple" disease, as it could be measles or rubella, but from a cancer that develops after many years (about twenty) from the age of viral infection. However, it can not completely replace another method of prevention against cervical cancer, which is the Papanicolau test, better known as Pap-test, a test of cytological screening that allows to recognize the presence of abnormal cells and premalignant lesions caused by human Papillomavirus (HPV), which hereafter could develop into a more serious disease. The combined use of these preventive methods has allowed a significant riduction of mortality by cervical cancer,that every year is the cause of high costs to public health, both in term of hospitalization, both for the treatment of it. Moreover, since 2007 are also available in Italy two Papillomavirus vaccines, Gardasil and Cervarix, as already mentioned, to accompany the screening method, to increase the protection against HPV genotypes, defined high-risk oncogenic genotypes, that are the greater cause, if not the only, of the development of the carcinoma of the uterine cervix. So far, everything seems to be very clear and well defined. Unfortunately we can not ignore the careful work of marketing that the two pharmaceutical lobby, producers of vaccines, have planned in detail, starting from the sponsorship of clinical trials and advertising campaigns, designed to make inroads on the sensitivity of the population. These underline the benefits that vaccinations can offer, cleverly neglecting the possible unexpected reactions they might cause. There are still opened discussions about the effectiveness and safety of vaccines, aimed to protect against HPV infection, and this mainly because cervical cancer is clinical manifested after many years from viral infection. In addition, the tests and post-marketing studies on vaccines are still in process of updating, because they are recently be introduced on the market and there aren't "historical" data that can prove their effectiveness. Certainly for the National Health System would be more reasonable to invest resources in everything that helps to prevent a disease, thus avoiding recourse to medical treatments becoming more expensive, which would compel him to sip the available funds. With these assumptions, my thesis aims to offer a description, as impartial as possible, of the structure of Papillomavirus, of the clinical manifestations that it can cause in humans, of the costs for the treatment of infection and methods of prevention currently available, so that the reader can finally make an informed and weighted choice, about his health and that of posterity.
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