Riassunto analitico
Le malattie cardiovascolari rappresentano attualmente la principale causa di morte nel nostro Paese, essendo responsabili del 44% di tutti i decessi. In particolare la cardiopatia ischemica è la prima causa di morte in Italia e tra queste un ruolo principale è da attribuire all'infarto miocardico. Negli ultimi dieci anni, la terapia dell'infarto miocardico ha determinato una riduzione del tasso di mortalità consentendo la sopravvivenza di un numero maggiore di pazienti i quali tuttavia richiedono controlli costanti dello stato di salute e terapie continuative per lunghi periodi di tempo. Conseguenza dell'infarto miocardico acuto è un danno permanente che determina una riduzione della funzione contrattile del cuore. La zona infartuata va incontro ad un fenomeno di rimodellamento e la funzione contrattile si deteriora. L'evoluzione naturale del quadro è la dilatazione e la progressiva ulteriore perdita di contrattilità che conduce all'insufficienza cardiaca. La terapia cellulare è una strategia terapeutica innovativa nei processi di riparazione e rigenerazione miocardica dopo infarto acuto. Nonostante i promettenti dati ottenuti in studi pre-clinici l'applicazione sull'uomo non ha dato i risultati attesi In letteratura emergono risultati contrastanti sia per quanto riguarda la scelta del tipo di cellula staminale che ha maggiore probabilità di differenziare verso i cardiomiociti sia per quanto riguarda la modalità di somministrazione della stessa, endovenosa o intramiocardica. Nel nostro laboratorio è in corso di sperimentazione un protocollo che valuta gli effetti della somministrazione di cellule staminali mesenchimali da midollo osseo in un modello animale di infarto miocardico. Le finalità della ricerca sono: 1) individuare i meccanismi alla base della differenziazione delle cellule staminali in cardiomiociti 2) individuare le eventuali aritmie cardiache riconducibili all'impianto di cellule staminali 3) individuare il meccanismo che innesca e sostiene le manifestazioni aritmiche Il modello animale utilizza Conigli New Zealand di sesso maschile. Il protocollo di studio è stato approvato dal Comitato Etico per studi su piccoli animali dell'Università degli studi di Modena e Reggio Emilia. Nell'animale previa sedazione, viene indotto infarto miocardico acuto mediante legatura reversibile della coronaria anteriore attraverso una toracotomia. Il successo di induzione dell'infarto miocardico è confermato dalla comparsa di sopraslivellamento del tratto ST maggiore a 0.2 mV nelle derivazioni I, II e aVL. L'identificazione dell'area ischemica viene effettuata mediante visualizzazione diretta (cianosi epicardica seguita da risposta iperemica dopo la riperfusione) ed ecg. A questo punto si somministrano le cellule. Le attuali esperienze sono state ottenute con somministrazione di cellule mesenchimali precedentemente prelevate e selezionate che vengono iniettate nella zona periinfartuale identificata. All'animale vengono impiantati elettrodi ecg pericardici per mappatura ecgrafica. Il follow-up prevede la registrazione dell'elettrocardiogramma ad intervalli di tempo regolari: 1°, 2°, 3°, 7°, 15°, 30° giorno. I risultati ottenuti fino ad ora (1,2) riportano che il numero di aritmie sopraventricolari era sovrapponibile negli animali trattati con le sospensioni cellulari rispetto a quelli trattati con soluzione fisiologica nei giorni precedenti all'intervento, per poi aumentare nel gruppo trattato dopo l'induzione dell'evento. Il picco di eventi è stato registrato al 7 giorno. Sono in corso valutazioni della morfologia del tracciato e valutazioni istologiche.
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