Riassunto analitico
Lo scopo di questo lavoro è l’analisi del concetto di perturbante teorizzato da Sigmund Freud nel 1919 applicato ad alcuni racconti della scrittrice sudamericana Silvina Ocampo. Nel suo saggio Das Unheimliche Freud definisce il perturbante da un punto di vista psicanalitico e quali sono le situazioni e i fenomeni capaci di provocare questa peculiare sensazione nell’essere umano. In termini generali la sensazione del perturbante si riferisce a tutto ciò che sarebbe dovuto rimanere segreto e nascosto e che tuttavia riappare. Può quindi riferirsi sia a complessi e convinzioni infantili rimosse che riaffiorano in età adulta, oppure a situazioni che deviano dalla normalità e che quindi dovrebbero rimanere nascoste. I racconti di Silvina Ocampo provocano il perturbante in quanto partono da situazioni quotidiane e verosimili che vengono però interrotte da eventi straordinarii e inspiegabili. Le vicende narrate sono quindi ambigue e per questo pongono il lettore in una posizione di incertezza. All’interno dei racconti di Ocampo vengono inoltre capovolte le leggi sociali in quanto vengono presentate situazioni che non fanno parte della normalità. Il perturbante nei racconti di Ocampo scaturisce da due fenomeni: l’animismo e la violenza. In primo luogo l’animismo rappresenta quella fase nella vita dell’uomo caratterizzata dalla sopravvalutazione dei propri processi psichici e che normalmente viene superata con l’avvento dell’età adulta. In questo caso il perturbante deriva quindi da complessi infantili repressi o da convinzioni superate che vengono però in seguito confermate dall’esperienza e quindi riaffiorano in fasi successive della vita. Alcuni elementi che si incontrano nella narrativa di Ocampo e che appartengono a questo ambito sono gli oggetti inanimati e gli animali personificati, i feticci, la magia, i fantasmi, le parti del corpo che prendono vita, il processo di metamorfosi, il Doppio, la coazione a ripetere e lo specchio. In secondo luogo ci si occuperà del perturbante legato alla violenza, e in particolare all’ambito domestico e all’infanzia. Fanno parte di questo ambito tutte quelle situazioni che trasgrediscono le norme sociali come per esempio le relazioni familiari disfunzionali, i crimini e il capovolgimento delle relazioni di potere tra bambini e adulti. Anche in questo caso il perturbante scaturisce da situazioni che normalmente vengono tenute nascoste all’interno della società e che vengono però presentate da Ocampo al lettore come normali. In conclusione, i risultati dell’analisi dei racconti di Silvina Ocampo dimostrano che il perturbante non è semplicemente una percezione di angoscia o di spavento, ma un complesso sentimento che ha le proprie radici nell’inconscio umano e che scaturisce da un numero indefinito di situazioni diverse.
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Abstract
The aim of this thesis is to analyse the concept of the uncanny theorised by Sigmund Freud in 1919 through some short stories written by the South American writer Silvina Ocampo. In his essay Das Unheimliche Freud defines the uncanny from a psychoanalytical point of view and proceeds to analyse the situations and phenomena that are capable of provoking this peculiar sensation in human beings. In general terms, the sensation of the uncanny refers to everything that should have remained secret and hidden and yet reappears. It can therefore refer either to removed childhood complexes and beliefs that resurface in adulthood, or to situations that deviate from normality and that one therefore tends to hide. Silvina Ocampo's stories provoke the uncanny in that they start with every day, verisimilar situations that are, however, interrupted by extraordinary and inexplicable events. The events narrated are ambiguous and therefore place the reader in a position of uncertainty. Ocampo also presents situations that turn social laws upside down since they do not belong to the so-called normality. The uncanny in Ocampo's stories stems from two phenomena: animism and violence.
Firstly, animism is a phase in human life characterised by the overestimation of one's own psychic processes and which is normally overcome with the advent of adulthood. In this case, the uncanny thus derives from repressed childhood complexes or outdated beliefs that are later confirmed by experience and thus resurface. Some elements that are present in Ocampo's fiction and that belong to this sphere are personified objects and animals, fetishes, magic, ghosts, body parts coming to life, the process of metamorphosis, the Double, the compulsion to repeat and the mirror.
Secondly, this work deals with the uncanny linked to violence, and in particular to the domestic sphere and childhood. This includes all those situations that transgress social norms such as dysfunctional family relationships, crimes and the reversal of power relations between children and adults. Here again, the uncanny arises from situations that are normally kept hidden within society but are presented by Ocampo to the reader as normal.
In conclusion, the results of the analysis of Silvina Ocampo's stories show that the uncanny is not simply a perception of anguish or fright, but a complex feeling that has its roots in the human unconsciousness and that springs from an indefinite number of different situations.
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