Riassunto analitico
L’intelligenza empatica è un comportamento ereditario: da sempre il corpo comunica con l’ambiente esterno attraverso postura, sguardo, mimica del volto, rivelando infinite sfumature di stadi affettivi. Questo continuo scambio con l’esterno ha fornito ai primati umani grandi risorse, favorendo l’aggregazione dei singoli in gruppi più ampi e garantendone così la sopravvivenza nel ciclo evolutivo della nostra specie; attraverso questa capacità adattiva è possibile, tutt’oggi, riconoscere, comprendere e attribuire significati alle azioni altrui, fino a poterle prevedere in funzione della situazione pragmatico- comunicativa in atto. La componente di innatismo delle capacità empatiche umane non è data solo dai rilievi storici di tali atteggiamenti: gli studi neuro-cognitivi ne hanno infatti dimostrato le radici neurali, che nell’uomo affondano ben più in profondità nel volume cerebrale rispetto a quanto riscontrato nelle altre specie animali. In particolar modo, gli studi condotti negli anni ’90 presso l’Università di Parma hanno evidenziato la presenza di Neuroni Specchio, una classe di neuroni motori che si attivano involontariamente durante l’osservazione del compimento di un’azione da parte di terzi, simulandone l’eccitazione muscolare e attivando le regioni del sistema motorio fronto-parietale, come se il soggetto osservante stesse effettivamente compiendo l’azione in prima persona. Ulteriori studi hanno dimostrato come lo stesso meccanismo di simulazione venga innescato involontariamente in alcune regioni cerebrali durante l’esperienza in prima persona, così come durante l’osservazione, di stati d’animo ed emozioni; alla base di questi meccanismi simulativi, l’imitazione consente la decodifica e l’apprendimento di nuovi stati mentali ed emotivi. L’obiettivo del presente lavoro di tesi è dimostrare come Anders Lustgarten, drammaturgo britannico contemporaneo, sfrutti i meccanismi di simulazione emotiva menzionati per stimolare i processi empatici dello spettatore, con particolare riferimento alle pièce teatrali oggetto dell’analisi: Lampedusa (2015), The Seven Acts of Mercy (2016), Extremism (2017). Lustgarten ha consacrato la propria arte all’attivismo politico e sociale: la denuncia delle ingiustizie sociali è la fonte primaria della sua esigenza creativa. Il teatro è per Lustgarten un luogo di protesta, di formazione e di dibattito, ma soprattutto di grande connessione umana; l’immediatezza comunicativa, l’intensità di una storia che si sviluppa in una stanza davanti a persone fisicamente presenti, hanno, secondo il drammaturgo, un impatto senza eguali. Per Lustgarten il teatro rappresenta il microcosmo di una società permeata da valori positivi; il suo ottimismo utopico e radicale è il vero fil rouge delle sue opere. Il pubblico, nella sua concezione del drammaturgo, non è un elemento passivo, bensì centrale e pienamente attivo: lo scopo delle sue pièce non è offrire soluzioni prêt- à- porter, ma sollecitare la presa di coscienza, la responsabilizzazione del singolo nei confronti della collettività, contrastare le logiche individualiste, attraverso la stimolazione empatica dello spettatore. Se, infatti, il teatro è luogo per eccellenza di simulazione di situazioni comunicative e stati d’animo per la sua natura ontologicamente mimetico-rappresentativa, è opportuno riflettere sul suo potere educativo e didascalico in seno alle opere di Lustgarten. È attraverso la simulazione che lo spettatore può stabilire una connessione emotiva, esperendo un’alterazione dei propri stati emotivi e accedendo a nuovi stati, non più suoi ma di altri, a cui normalmente non avrebbe accesso: il teatro è un luogo di metabolizzazione della realtà e dell’alterità, di azione sullo stato di coscienza dello spettatore.
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Abstract
Empathy is a hereditary behaviour: since the earliest days of human history, communication has occurred through posture, gaze, and facial mimicry. By promoting aggregation in groups, empathy has provided humankind with considerable resources, and guaranteed the survival of our species in the evolutionary cycle. This responsive skill still enables people to recognise, understand, infer, and even predict different meanings in relation to other people’s actions and behaviours.
However, empathy is more than an innate behaviour. Indeed, neurocognitive science has shown that it takes root deep down in the neural network. Research led in the nineties at the University of Parma has brought evidence of the presence of the Mirror Neurons: these are a specific class of Motor Neurons, which involuntarily activate during the observation of someone else’s actions; in other words, they simulate muscular excitation and activate the regions of the fronto-parietal Motor System, as if the observing person were really performing the observed action.
Besides, further studies demonstrate that the same mechanism of involuntarily simulation is involved when observing the display of emotions, as well as while experiencing them first-hand, suggesting that learning new mental and emotional states by observation is effectively possible.
Given the above, the aim of the present dissertation is to highlight the role of empathy in theatre by focussing on the work of the British playwright Anders Lustgarten and his use of simulation mechanisms in order to drive the audience’s emotional states and elicit empathy. Lustgarten has devoted his art to political and social activism: in his opinion, theatre’s role is to allow room for protest, debate, and personal growth. Lustgarten sees theatre as a microcosm of a good society; his plays are in fact permeated with utopian values and radical optimism.
Above all, what he seeks is human connection, which is to be achieved through the vivid impact of the stories he displays right in front of the audience’s gaze. According to Lustgarten, the audience itself is not to be considered as a passive component of the theatrical event, but rather as the active centre of the play’s objective: to arouse the conscience of the community over its injustice; to promote individual accountability towards society at large; to contrast individualism and encourage empathy and cooperation.
In particular, the analysis will focus on the following plays: Lampedusa (2015), The Seven Acts of Mercy (2016), Extremism (2017).
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