Riassunto analitico
Nella notte tra il 17 e il 18 maggio 2015 si consumò, in una villetta residenziale di Ladispoli, la ben nota tragedia conosciuta come il "caso Vannini". Marco Vannini, giovane ragazzo ventenne, venne ucciso da un colpo di pistola esploso colposamente da Antonio Ciontoli, padre della sua fidanzata, mentre si trovava nella loro abitazione. La vicenda si è fatta spazio tra i riflettori delle televisioni e tra le prime pagine di tutti i giornali, divenendo tristemente nota in tutto il paese. Essa si è contraddistinta per illogicità ed assurdità, ma anche, dal punto di vista giuridico, per la complessità delle questioni giuridiche sollevate. In particolare, il pensiero dei Giudici ha ruotato intorno a due aspetti: la sussistenza di una posizione di garanzia in capo agli imputati, e, in caso di risposta affermativa, la sussistenza del dolo eventuale o della colpa cosciente come elemento soggettivo caratterizzante la loro condotta. Cinque sono stati i gradi di giudizio che hanno tentato di fornire una risposta agli innumerevoli quesiti, etici e giuridici, sollevati dal caso in questione. Il presente scritto si prefigge di ripercorrere l'evoluzione processuale del Caso Vannini, mettendone in luce i punti più critici e controversi.
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