Riassunto analitico
Con la redazione della seguente tesi ci si propone di esaminare la rappresentazione dell’alterità nella narrativa di E. M. Forster e Christopher Isherwood, due autori che, in modalità diverse, hanno contribuito in maniera significativa alla definizione di una letteratura queer. L’analisi si suddivide in due capitoli attraverso cui viene messo in luce l’utilizzo della scrittura come strumento per decostruire le nozioni tradizionali di classe, genere e sessualità, con lo scopo di contrapporsi ad un ordine sociale normativo che reprime l’omosessualità e pone la diversità ai margini dell’organizzazione delle società moderne. L’introduzione è dedicata alla rievocazione del contesto storico che ha contraddistinto la formazione e la carriera dei due scrittori, a partire da un’analisi della questione omosessuale nell’Inghilterra tra Ottocento e Novecento. Sarà ricostruito il lungo percorso che ha condotto ad una decriminalizzazione dei reati legati all’attività sessuale tra persone dello stesso sesso, fino ad arrivare all’avvento dei movimenti di liberazione omosessuale che avrebbero segnato l’inizio delle rivendicazioni per i diritti civili. Nel primo capitolo, l’analisi si focalizza sulla rivisitazione della narrativa a tematica queer di E. M. Forster. Verrà esaminato il capolavoro a cui l’autore affida la rivelazione della propria omosessualità, Maurice (1971), pubblicato solo postumo a causa degli atteggiamenti pubblici censori dell’epoca. In questo romanzo, Forster pone l’esilio come l’unica condizione possibile per vivere in totale libertà dallo stigma sociale, in modo da restituire ai suoi personaggi un diritto all’esistenza convenzionalmente negato. Il moralismo tipicamente anglosassone ha, infatti, effetti nefasti, come dimostrato in “The Story of a Panic” (1904) e “The Other Boat” (1972), due racconti in cui la tragicità finale annulla l’alterità e ristabilisce l’ordine sociale. Nel secondo capitolo, lo studio si sofferma sulla pratica letteraria di Christopher Isherwood. Il carattere personale e autobiografico della sua scrittura è il fulcro di un’esplicita politica identitaria che mira al riconoscimento della propria condizione di alterità in opposizione ai canoni socialmente e culturalmente imposti. Questo approccio, come si evince dall’analisi di The Memorial (1932) e Goodbye to Berlin (1939), mira ad assegnare alla questione minoritaria una centralità d’osservazione inedita e culmina, in A Single Man (1964), capolavoro della narrativa isherwoodiana, nella rappresentazione dell’omosessualità come variante naturale del comportamento umano.
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Abstract
The aim of the following thesis is to explore the representation of otherness in the fiction of E. M. Forster and Christopher Isherwood. Throughout their careers, spanning nearly a century, these two writers significantly contributed to the definition of queer literature. The analysis is divided into two chapters in which their deconstruction of traditional notions of class, gender and sexuality is highlighted, with the aim of opposing conventional social norms that suppress homosexuality and locate otherness within the margins of modern societies. The introduction is dedicated to the historical context in which Forster and Isherwood lived and developed their careers, starting with an analysis of public attitudes towards homosexuality throughout the 19th and 20th centuries in England. In this respect, special attention will be paid to the path that led to the decriminalization of sexual activity between men as well as the formation of the gay liberation movement claiming the respect of civil rights.
The first chapter offers a critical reinterpretation of Forster’s queer-themed fiction. In Maurice (1971), the writer affirmed his own sexuality but did not seek to publish it during his lifetime due to the controversial topic of same-sex love. Forster places exile as the only possible condition in which homosexual men can lead a full and satisfactory life, free from prejudice and stigma. Middle-class British morality is shown to have harmful effects in “The Story of a Panic” (1904) and “The Other Boat” (1972), as both short stories end in a tragedy that cancels otherness and restores the social order. The second chapter focuses on the writings of Christopher Isherwood. The personal and autobiographical nature of his fiction is at the heart of an explicit identity politics in which his own condition of otherness is opposed to socially and culturally imposed expectations. This approach, as evidenced through the analysis of The Memorial (1932) and Goodbye to Berlin (1939), aims to give a new centrality of observation to minority groups and reaches its peak in A Single Man (1964), where homosexuality is recognized as a natural variant of human behavior.
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