Riassunto analitico
In base alle conoscenze attuali l’acne vulgaris è un processo infiammatorio multifattoriale che interessa le unità pilosebacee presenti sul viso, sul dorso, sulle spalle e nella regione pettorale, la cui lesione elementare indispensabile per la diagnosi è il comedone. Esordisce alla pubertà e colpisce circa l’85% dei giovani di età compresa tra i 12 e i 24 anni. I fattori fondamentali associati alla sua comparsa e progressione sono l’ipercheratinizzazione infrainfundibolare, l’iperplasia della ghiandola sebacea associata a iperseborrea, la colonizzazione microbica dell’infundibolo da parte di Propionibacterium acnes e complessi meccanismi infiammatori associati ad una risposta immunitaria sia di tipo innato sia acquisita. Fattori associati alla patogenesi risultano essere meccanismi di regolazione neuroendocrina, lo stress, la dieta e fattori genetici. L’acne tende a risolversi intorno ai 20 anni, ma può persistere fino alla quarta decade ed oltre. L’obiettivo del trattamento è rimuovere l’ostruzione follicolare, ridurre la produzione di sebo e trattare la colonizzazione batterica. Scopo a lungo termine è la prevenzione della formazione di cicatrici. E’ importante fare una corretta diagnosi differenziale per individuare il grading e applicare un adeguato trattamento. Esistono in commercio sia trattamenti di tipo sistemico sia trattamenti topici. Per la maggior parte dei pazienti il trattamento topico di prima linea per l’acne di tipo lieve o moderato include l’uso di un retinoide topico in combinazione con un agente antimicrobico, per sfruttare in sinergia i vantaggi reciproci e ridurre gli effetti collaterali di entrambi. L’utilizzo degli antibiotici al giorno d’oggi è ridotto per minimizzare il rischio di resistenza batterica, considerando che la terapia si protrae per lunghi periodi di tempo. Tra le combinazioni di farmaci oggi più studiate dal punto di vista dell’efficacia, ritroviamo l’associazione tra adapalene e benzoilperossido. E’ stato approvato per la prima volta dalla FDA nel dicembre del 2008 Epiduo Gel 0,1%/2,5%, un gel soggetto a prescrizione medica, indicato solo per pazienti di età superiore a 9 anni, in cui vengono associati il benzoilperossido, un antibatterico ben conosciuto che non causa l’insorgenza di resistenza batterica e l’adapalene, un retinoide topico ad azione comedolitica e antinfiammatoria. Il benzoilperossido svolge un’azione cheratolitica e batteriostatica in quanto da agente ossidante crea nel dotto escretore del follicolo sebaceo un ambiente aerobio ostile al P. acnes e dà origine a radicali liberi che ossidano gli enzimi batterici. L’adapalene è un derivato dell’acido retinoico che agisce aumentando il turnover dei cheratinociti e quindi normalizzando la desquamazione follicolare. Come effetto collaterale i retinoidi possono indurre eritema, secchezza, desquamazione, bruciore, prurito e fotosensibilità; il prurito e il bruciore con il tempo vanno in tolleranza. Il benzoilperossido può causare irritazione, dermatite allergica da contatto e può decolorare i capelli e i tessuti colorati. Il gel va applicato preferibilmente la sera su tutta l’area cutanea affetta da acne. Studi clinici dimostrano che l’efficacia del gel, già dopo 12 settimane di trattamento, risulta superiore rispetto all’efficacia in monoterapia. Ad esempio da uno studio eseguito in Germania nel 2010 dal Dr. Harald P. M. Gollnick et al. è risultato che dopo 12 settimane di trattamento, nel 63,2% dei 2780 pazienti trattati, di età compresa tra i 12 e i 20 anni, l’aderenza alla terapia ha dato esito positivo. Per quanto riguarda la sicurezza, invece, il 69,5% dei pazienti ha riscontrato nessuna o solo qualche lieve irritazione cutanea locale e non sono state segnalate importanti ADR, raggiungendo una buona compliance dei pazienti.
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