Riassunto analitico
Alla luce delle attuali conoscenze nell’ ambito della Procreazione Medicalmente Assistita, la necessità di individualizzare il protocollo terapeutico di stimolazione ovarica controllata sulla base dei principali markers di riserva ovarica, è avvertita dalla maggior parte degli esperti. L’obiettivo principale della tailored therapy nella fecondazione in vitro è quello di offrire ad ogni singola paziente il miglior trattamento possibile al fine di incrementare le probabilità di gravidanza e live birth, eliminare il rischio iatrogeno di sindrome da iperstimolazione ovarica e minimizzare il tasso di cancellazione dei cicli terapeutici a causa di inadeguata risposta ovarica, intesa nei suoi estremi di poor e hyper-response. La scelta delle dosi iniziali di gonadotropine esogene si configura come un momento cruciale nel determinare l’ outcome del ciclo stimolatorio e rappresenta la più importante decisione clinica nel trattamento delle coppie infertili. La dose iniziale di FSH può essere personalizzata utilizzando un un algoritmo basato sull’età della paziente e sui livelli di FSH e AMH sierici. L’utilizzo del normogramma nella pratica clinica potrebbe essere in grado di facilitare l’approccio terapeutico specie delle pazienti aventi una riserva ovarica particolarmente scarsa o elevata, e potrebbe incrementare i tassi di risposta ovarica appropriata, intesa come il raggiungimento di una raccolta ovocitaria ottimale piuttosto che massimale. Il presente studio rappresenta l’applicazione retrospettiva del normogramma in 418 pazienti sottoposte a trattamenti di fertilizzazione in vitro in due cliniche italiane indipendenti nel periodo di tempo compreso tra il 2013 e il 2014: la dose iniziale di FSH prescritta dal curante è stata confrontata con la dose calcolata dall’algoritmo terapeutico elaborato. Nell’analisi retrospettiva sono state incluse solamente donne al loro primo ciclo di IVF/ICSI, le quali sono state sottoposte ad un trattamento di stimolazione ovarica in base al protocollo vigente in ciascun centro e per le quali erano noti i livelli sierici di FSH e AMH pre-trattamento. Alla luce dei dati raccolti dal Centro 1, 64 pazienti (48.8%) hanno presentato una risposta inferiore al target desiderato (<8 oociti). Di queste donne 45 erano state trattate con una dose iniziale di FSH massimale (≥225 IU), le restanti 19 (29.7%) hanno invece ricevuto una dose sub-massimale. Mediante l’applicazione del normogramma, 17 di queste 19 pazienti avrebbero ricevuto un dosaggio superiore a quello effettivamente prescritto. Al contrario 17 (13%) pazienti hanno manifestato una risposta ovarica eccessiva. Di queste, la metà avrebbe ricevuto una dose iniziale di FSH ridotta mediante la corretta applicazione del normogramma. Nel Centro 2, 142 (53.2%) pazienti hanno presentato una scarsa risposta ovarica alla stimolazione. Di queste, 136 sono state trattate con una dose iniziale di FSH massimale (≥225 IU), 6 (4.2%) hanno ricevuto una dose sub-massimale. Mediante l’applicazione del normogramma 5 di queste 6 donne avrebbero ricevuto una dose superiore a quella prescritta. 32 pazienti (12%) hanno mostrato, al contrario, una risposta ovarica eccessiva e di queste oltre la metà (n=18) sarebbero state trattate con una dose inferiore di FSH. Nella pratica clinica odierna la dose iniziale di FSH è valutata dal curante in maniera empirica sulla base della storia clinica della paziente, dei markers di riserva ovarica e dell’outcome di precedenti cicli di fertilizzazione in vitro. L’utilizzo di un algoritmo terapeutico oggettivo, come il normogramma proposto, potrebbe dunque rappresentare un valido strumento nella scelta della dose iniziale di FSH più appropriata per ciascuna paziente in esame.
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