Riassunto analitico
L’acne vulgaris è una malattia infiammatoria cronica che interessa l’unità pilosebacea della cute e che colpisce circa il 9% della popolazione mondiale, soprattutto durante l’adolescenza (è l’ottava malattia più diffusa al mondo). I segni tipici dell’acne sono i comedoni (punti neri e punti bianchi della pelle), le papule, le pustole, i noduli e le cisti, localizzati prevalentemente sul volto, il tronco ed il dorso. Inoltre, la malattia può provocare cicatrici permanenti che possono influire negativamente sulla qualità della vita e sull’autostima del soggetto colpito. Si tratta di un disturbo dermatologico ad eziopatogenesi multifattoriale, dovuto a iperseborrea, ipercheratosi ed a un’eccessiva crescita di Cutibacterium acnes (C. acnes), batterio responsabile di una risposta immunitaria da parte dell’ospite che, a sua volta, è causa di un’intensa infiammazione. Il C. acnes è un batterio Gram-positivo, anaerobio facoltativo, commensale, che fa parte del microbiota cutaneo e, in quanto lipofilo, è particolarmente abbondante nei follicoli piliferi, in cui trova un ambiente favorevole (carenza di ossigeno e presenza di acidi grassi a catena corta) alla sua crescita. Tuttavia, il suo coinvolgimento nell’insorgenza della malattia non è ad oggi del tutto chiaro, dal momento che è presente anche sulla pelle di soggetti sani. Oltre a C. acnes, tra i principali fattori associati all’insorgenza ed al decorso della malattia ci sono: le alterazioni dei livelli ormonali, la dieta, l’utilizzo di farmaci, l’inquinamento atmosferico e la disbiosi del microbiota cutaneo. Nel seguente elaborato di tesi, oltre all’epidemiologia e all’eziopatogenesi della malattia, sono descritti i principali approcci terapeutici, topici (mediante l’uso di retinoidi, antibiotici e perossido di benzoile) e sistemici (con isotretinoina, antibiotici ed ormoni) attualmente in uso nei confronti dell’acne vulgaris. Sono inoltre descritti i risultati di recenti studi nel modello animale e nell’uomo volti a valutare l’efficacia preventiva e terapeutica di alcuni vaccini in sviluppo contro l’acne contenenti il C. acnes (inattivato con il calore) o alcuni fattori di virulenza del batterio, come la sialidasi od il fattore CAMP. Ci siamo infine focalizzati sul possibile ruolo benefico dei probiotici e dei prebiotici, quali possibili adiuvanti nella cura dell’acne.
|