Riassunto analitico
Background. Il rischio clinico può essere contenuto attraverso attività o strategie di risk management attuate dai servizi sanitari a livello nazionale, regionale e aziendale, con il coinvolgimento di professionisti sanitari. Tra le metodologie di analisi del rischio per garantire la sicurezza di un processo è compresa l’analisi Failure Mode and Effect Analysis/Failure Mode and Critical Effect Analysis (FMEA/FMECA), un approccio proattivo all’identificazione delle criticità, modi di guasto/errore e delle possibili cause relative ad un evento. In sanità, l’avvento delle tecnologie digitali ha introdotto le Cartelle Cliniche Elettroniche (CCE), versioni digitali delle tradizionali cartelle cliniche, con l’obiettivo di migliorare la sicurezza dei pazienti, ridurre gli errori, migliorare la comunicazione e la condivisione delle informazioni tra i professionisti. La sicurezza dei pazienti e la riduzione degli errori in terapia farmacologica rappresentano una priorità dell’assistenza sanitaria; tuttavia, la gestione informatizzata della terapia farmacologica è un processo complesso in cui i rischi di incidenti e le cause correlate (mancanza di conoscenze, procedure non ottimali o difetti del sistema) possono essere di natura multifattoriale e multidisciplinare. Obiettivo. Rilevare, attraverso l’analisi FMEA/FMECA, eventuali fragilità e/o criticità nell’U.O. Urologia dell’Ospedale “B. Ramazzini” di Carpi, implementando specifiche azioni di miglioramento e/o barriere relativamente al processo di gestione informatizzata della terapia farmacologica mediante la CCE. Metodi. In collaborazione con un’équipe multidisciplinare, riunitasi in tre incontri programmati, è stato identificato e scomposto in fasi il processo di gestione informatizzata della terapia farmacologica, mappato successivamente su un foglio Excel. A seguito della mappatura, sono state individuate le fasi, le attività, le responsabilità, le criticità, gli effetti e le barriere/misure di controllo. Per ogni criticità riscontrata in ciascuna fase, sono stati assegnati gli indici di priorità del rischio (IPR), sulla base dei quali sono state definite le azioni di miglioramento. Risultati. Sono state rilevate 4 fasi, 15 attività e 63 criticità, modo di guasto/errore. Gli indici IPR riscontrati comprendevano un valore minimo pari a 3 e un valore massimo pari a 1000; le criticità su cui sono state attuate le azioni correttive per alta priorità di intervento sono il 14% (n=9), per media priorità di intervento sono il 13% (n=8), per bassa priorità di intervento sono il 73% (n=46). Discussioni. L’applicabilità dell’analisi FMEA/FMECA ha permesso di adottare un approccio standardizzato per migliorare la sicurezza e l'affidabilità del processo, individuando le aree più suscettibili ad errori. Dai risultati ottenuti, è emerso che uno dei principali punti di forza è la distribuzione delle criticità individuate sulla base degli IPR, i quali consentono di stabilire con quale priorità intervenire nella pianificazione di azioni correttive. Limiti. Soggettività nell’assegnazione del punteggio IPR da parte del gruppo di lavoro; assenza del fornitore CCE nel gruppo di lavoro. Conclusioni. La metodologia FMEA/FMECA migliora la sicurezza delle cure, grazie ad un approccio induttivo che individua le criticità, modi di guasto/errore, mappa i rischi e pianifica azioni di miglioramento sulle aree di rischio. A posteriori sarà necessaria una nuova valutazione del processo per confrontare i risultati ottenuti.
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