Riassunto analitico
Il lavoro si propone di analizzare la regolamentazione dal punto di vista giuridico della contrattualistica pubblica e più precisamente la disciplina degli appalti pubblici, alla luce delle novità ambientali introdotte in ambito internazionale, europeo ed interno. Si comincerà con la disamina di uno scenario internazionale totalmente permeato dalla logica dell’economia circolare e dello sviluppo sostenibile, che accompagnano dagli ultimi anni le sorti della contrattazione pubblica e di come questa nuova visione eco-compatibile del mondo si sia riverberata sugli acquisti compiuti dalle Pubbliche Amministrazioni, le quali fungono da traino dell’attuale scenario, occupando una “fetta’’ preponderante del mercato economico. Si parte dall’emanazione della Direttiva 24 del 2014, con cui l’Europa ha dimostrato di avere a cuore la tematica ambientale del settore pubblico e ha incarnato il momento cardine dell’evoluzione in ambito europeo del concetto di Green Public Procurement. Gli aspetti innovativi contenuti nella Direttiva saranno recepiti prontamente dall’ordinamento italiano, con la promulgazione del Nuovo Codice degli Appalti del 2016, il quale andrà a delineare e completare nel quadro del nostro ordinamento interno l’applicazione delle nuove normative “colorate di verde”, richiedendo una maggiore attenzione a livello regionale e locale da parte delle stazioni appaltanti per l’applicazione dei Criteri Ambientali Minimi, oramai divenuta obbligatoria per qualsiasi tipo di procedura di gara. Viene poi fornita una definizione di cosa si intenda per CAM ed il loro livello di attuazione sul territorio Regionale, con un’annessa elencazione delle iniziative Regionali più “virtuose’’ in tema di GPP, le quali possono fungere da esempio per quelle Regioni ancora troppo diffidenti nei confronti del tema della contrattualistica verde. L’elaborato si conclude poi con una analisi comparatistica della contrattualistica pubblica italiana con quella dell’ordinamento spagnolo, osservando come questa nazione si sia mossa nel nuovo scenario dell’eco-sostenibilità, sempre partendo dal minimo comune denominatore rappresentato dalla Direttiva 24/2014, mostrando i punti di convergenza con l’ordinamento italiano e fornendo degli esempi pratici di questa applicazione.
|