Riassunto analitico
Dal 2011 il forte aumento delle migrazioni internazionali ha avuto un impatto sulla percezione europea dei migranti e della differenza culturale. Nell’Unione Europea, posizioni favorevoli all’accoglienza sono state accompagnate da reazioni più ostili. L’opposizione e il rifiuto manifestati nei confronti delle migrazioni internazionali riflettono un approccio etnocentrico al fenomeno, giacché parte della società europea considera i migranti come un “Loro” diverso, distante e minaccioso. Nonostante questo, le migrazioni internazionali possono rappresentare anche un’opportunità per contrastare questa forma etnocentrica di comunicazione, attraverso lo sviluppo del dialogo interculturale. Le forme del dialogo permettono di considerare le persone, al di là dell’appartenenza di gruppo che viene loro assegnata, come individui che, attraverso la loro azione, negoziano le pratiche legate alle “small cultures” di cui fanno parte. Di conseguenza, il dialogo interculturale predomina sulla contrapposizione etnocentrica tra il “Noi” e il “Loro” e permette alle diverse pratiche culturali di ibridarsi. L’obiettivo di questa tesi è di analizzare se le organizzazioni del sistema di accoglienza possano rappresentare un potenziale spazio di sviluppo del dialogo interculturale e di forme ibride di pratiche culturali a livello locale. A tal fine, ho condotto l’analisi attraverso le interviste a 9 operatori dell’associazione CIAC Onlus, con base a Parma, nel contesto del progetto di accoglienza italiano SPRAR (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati). I risultati dell’analisi hanno rivelato che CIAC Onlus rappresenta un’istituzione caratterizzata da una sua “small culture” dove il dialogo interculturale può svilupparsi e diffondersi nella comunità locale attraverso le attività dell’associazione, la quale promuove incontri sistematici tra i lavoratori, i richiedenti asilo e i rifugiati e la comunità locale.
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Abstract
The increase of the international migration flows since 2011 has had an impact on the European perception of migrants and cultural difference. In the European Union, many hostile reactions have come along with more welcoming stances. The opposition and the refusal of international migrations reflect an ethnocentric approach to the phenomenon, since part of the European society considers migrants as a different and distant “Them” group that constitutes a threat. Nonetheless, international migrations can also represent the opportunity to tackle this ethnocentric form of communication through the development of intercultural dialogue. The form of dialogue allows considering persons beyond assigned cultural membership, as individuals who, through their agency negotiate the practices of the small cultures to which they belong. Consequently, intercultural dialogue overcomes the ethnocentric contraposition between the Us/Them groups and allows different cultural practices to hybridise.
The aim of this thesis is to analyse if the organizations of the welcoming system can represent potential spaces for the development of intercultural dialogue and hybrid forms of cultural practices at a local level. For this purpose, I have conducted the analysis through the interviews to 9 workers of CIAC Onlus organization, based in Parma, in Italy, in the frame of the Italian project of reception called SPRAR. The results of the analysis have revealed that CIAC Onlus represents an institutionalized small culture where the intercultural dialogue can develop and spread in the local society through the activities of the organization, which promotes systematic meetings between the workers, the asylum seekers and refugees and the local community.
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