Riassunto analitico
INTRODUZIONE L’encefalopatia ipossico-ischemica, condizione conseguente all’asfissia perinatale, colpisce 2-3/1000 nati vivi ed è la prima causa di morbilità e mortalità nei neonati di tutto il mondo. Per prevenire tali conseguenze il bambino con età gestazionale ≥35 settimane viene sottoposto a trattamento ipotermico, che consiste nella riduzione della temperatura corporea a 33-34°C, attraverso specifiche apparecchiature. Negli ultimi anni la ricerca si è focalizzata sulla sperimentazione di metodiche di indagine che permettessero una diagnosi precoce delle lesioni cerebrali e che possedessero un buon valore prognostico, per consentire quanto prima ai bambini di iniziare un piano mirato di riabilitazione. In questo ambito ha assunto sempre più rilievo lo studio osservazionale della motilità spontanea del neonato (i cosiddetti “general movements”) secondo il metodo di Prechtl, che si è dimostrato essere un ottimo marker per predire l’outcome neurologico. Esso è stato completato, in tempi più recenti, con una valutazione più dettagliata che tiene conto anche del repertorio motorio concorrente, descritto nell’Optimality Score.
OBIETTIVI
L’obiettivo dello studio è quello di dimostrare se il Motor Optimality Score a tre mesi possa prevalere sul metodo di valutazione tradizionale dei movimenti tipo Fidgety nella diagnosi e nella prognosi dell’encefalopatia ipossico-ischemica del nato a termine trattato con ipotermia passiva. L’obiettivo secondario dello studio è quello di definire quali fattori tra i dati clinici della popolazione in esame (identificabili come fattori di rischio) influenzano l’outcome neurologico a 24 mesi.
MATERIALI E METODI
Sono stati retrospettivamente arruolati 46 nati a termine affetti da EII e sottoposti a ipotermia presso la TIN del Policlinico di Modena tra marzo 2009 e marzo 2016. Di ogni bambino sono stati raccolti i dati clinici peri-natali e valutati, tramite l’osservazione di videoregistrazioni effettuate durante il follow-up neurlogico, la motilità spontanea e il repertorio motorio concorrente a tre mesi di età post-termine (Motor Optimality Score). Successivamente è stato valutato l’outcome neurologico di ogni bambino all’età di 24 mesi, distinto in “normale”, “intermedio” (clumsy-MND) e “patologico” (PCI, ritardo mentale o deficit sensoriale maggiore).
RISULTATI
Sono stati identificati come fattori prognostici negativi il sesso maschile e la presenza di liquido tinto. Differenze statisticamente significative in relazione all’outcome sono state individuate per i movimenti di tipo Fidgety (presenti nel 70% dei pazienti con outcome normale e assenti nel 100% di quelli patologici), per il punteggio totale del MOS, per la qualità del movimento e per il carattere del movimento (punteggi più alti in queste categorie correlano con un outcome migliore, mentre i più bassi sono predittivi di un outcome patologico). Tra gli items del movimento forniscono indicazioni sull’outcome gli swipes, i kicking, i movimenti circolari delle braccia, i wiggling-oscillating, i movimenti segmentali asimmetrici, l’esplorazione visiva. Tra gli items posturali il riflesso ATN è un fattore predittivo accurato per lo sviluppo neurologico nella norma, se normale, o patologico, se anormale. Differenze statisticamente significative in relazione all’outcome sono state individuate anche per la quantità di movimenti e dei pattern posturali normali/anormali. Inoltre, punteggi più alti nelle scale A,B,E e TOT di Griffiths sono stati raggiunti da bambini con outcome nella norma, i più bassi da quelli con outcome patologico.
CONCLUSIONI
Il MOS aggiunge alla valutazione tradizionale dei movimenti di tipo Fidgety (che conferma il suo alto valore predittivo per l’outcome neurologico) degli elementi importanti del repertorio motorio concorrente che contribuiscono in maniera significativa a potenziare il valore prognostico.
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