Riassunto analitico
Introduzione e obiettivi: le caratteristiche cliniche e radiologiche sono oggi la base delle scelte terapeutiche e della stima prognostica del paziente affetto da carcinoma epatico primitivo (HCC); viceversa le caratteristiche intrinseche del tumore, come il grado di differenziazione istologico o l’espressione genica, non hanno dimostrato ancora il loro ruolo nel determinare le scelte cliniche. Questo studio ha lo scopo di dimostrare che una crescita neoplastica accelerata, nei tumori che esprimono la Firma Trascrittomica (FT), determina una scarsa risposta ai trattamenti proposti e una prognosi peggiore rispetto ai tumori che non esprimono FT (Gut 2016.doi: 10.1136/gutjnl-2014-308483). Metodi: Lo studio è stato condotto su una coorte di pazienti affetti da HCC, sottoposti in maniera prospettica a prelievo di tessuto di HCC, sia a scopo diagnostico sia per la ricerca di FT (qRT/PCR); il successivo trattamento dei pazienti e le scelte terapeutiche sono state affrontate in accordo con le attuali linee guida fornite dalla società epatologica europea (EASL) e all’oscuro dall’analisi di FT. Risultati: sono stati arruolati 237 pazienti (81% maschi; età mediana di 65 anni) di cui 142 (72.6%) deceduti al termine del follow-up a Marzo 2017 (mediana di sopravvivenza globale di 31 mesi). La FT era espressa da 63 pazienti (26.2%) con una sopravvivenza significativamente inferiore rispetto a chi non esprimeva FT (mediana 12 vs 42 mesi; p<0.001). Il 81% dei pazienti (192/237) hanno effettuato almeno un trattamento; dopo il primo trattamento il 40.4% dei pazienti con FT era deceduta e il 12.8% definitivamente curata contro il 24.6% di decesso e il 19% di cura dei pazienti senza FT; dopo il secondo trattamento erano deceduti e curati rispettivamente il 45% e il 15% dei pazienti con FT e il 26.4% e il 16.7% dei pazienti senza FT. I pazienti con FT hanno mostrato una peggiore sopravvivenza sia se sottoposti ad almeno un trattamento (20 vs 48; p<0.001) sia se non sottoposti ad alcun trattamento (5 vs 13 mesi; p<0.001). La presenza di FT si mostrata associata a una sopravvivenza inferiore, sia nei pazienti sottoposti a resezione epatica (33 mesi vs 68 mesi; p<0.001) o a multipli trattamenti loco-regionali (31 mesi vs 68 mesi; p<0.001 ) o a terapia con solo farmaci sistemici (8 mesi vs 19 mesi; p<0.001). Ventidue pazienti sono stati trapiantati (9.3%) di cui 3 con FT; la sopravvivenza mediana dei trapiantati è risultata essere 98 mesi; 1 paziente su 3 con FT è morto per recidiva di HCC (33.3%); 2/19 pazienti senza FT hanno sviluppato recidiva (10.5%), nel gruppo di trapiantati senza FT è avvenuto un solo decesso per sepsi; la sopravvivenza dei pazienti trapiantati è risultata tendenzialmente inferiore nei pazienti con FT (78±19 vs. 102±5 mesi; p<0.092). Conclusioni: i pazienti affetti da HCC, se esprimono FT nel tessuto neoplastico, hanno un decorso clinico e una prognosi nettamente peggiore, nonostante l'applicazione dei trattamenti attualmente proposti dalle linee guida. Il trapianto epatico potrebbe essere l’unica scelta terapeutica percorribile, ma l’ipotesi dovrebbe essere adeguatamente vagliata, in quanto nel presente studio la percentuale di recidiva post trapianto è risultata elevata.
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