Riassunto analitico
Background: Attualmente la tecnica di ricostruzione mammaria post-mastectomia più utilizzata è quella in due tempi con espansore e protesi. L’avvento della mastectomia skin-sparing ha facilitato la ricostruzione immediata con protesi diretta o con protesi e membrana. I benefici proposti dell’impianto immediato di protesi includono minor tempo e meno interventi chirurgici per completare la ricostruzione. Rimane ancora non chiaro se questo porta a degli outcomes peggiori. Lo studio mette a confronto la ricostruzione in un unico tempo (protesi con o senza ADM) e la ricostruzione in due tempi (espansore e protesi).
Metodi: Sono state identificate 23 pazienti sottoposte a ricostruzione in un unico tempo ed è stato selezionato un campione paragonabile di 20 pazienti con ricostruzione in due tempi. Per entrambi i gruppi, sono stati analizzati: tipo di mastectomia, tecnica ricostruttiva, numero di visite ambulatoriali post-intervento totali e attinenti solo alla procedura ricostruttiva, giorni trascorsi dall’intervento all’ultima visita ambulatoriale ravvicinata, complicanze, necessità di re-intervento e costi dei materiali utilizzati. Contattate le pazienti della ricostruzione direct-to-implant, attraverso un questionario, è stato valutato: la soddisfazione della paziente e di un Team Medico (riguardo forma, volume, simmetria e soddisfazione complessiva) e la valutazione del Team Medico su trofismo della cute, contrattura capsulare, wrinkling e animazione del muscolo grande pettorale.
Risultati: Nella ricostruzione in un unico tempo è stata preceduta nel maggior numero dei casi dalla mastectomia skin-nipple sparing (65%), mentre la ricostruzione in due tempi dalla mastectomia nipple sparing (50%). Il numero di visite ambulatoriali e il tempo necessario alla stabilizzazione della paziente sono stati significativamente minori nel gruppo della ricostruzione in un unico tempo (media di 11 visite ambulatoriali totali e 78,86 giorni per la ricostruzione direct-to-implant vs 24,1 visite ambulatoriali e 389,45 giorni per la ricostruzione in due tempi). Il tempo trascorso tra l’impianto dell’espansore e la sostituzione con protesi è in media 289,7 giorni. Tra le complicanze, le differenze più significative riguardano: sofferenza del capezzolo (1 caso per la ricostruzione in un unico tempo vs 5 casi per la ricostruzione in due tempi), fibrosi e aderenza (5 casi per la protesi immediata e 1 caso per l’espansore), infezione e ptosi protesica (un caso nella ricostruzione in un tempo) e contrattura capsulare (un caso nella ricostruzione con espansore). Nella ricostruzione in due tempi il numero totale di re-interventi per complicanze è leggermente minore rispetto a quello riscontrato nella ricostruzione in un tempo (rispettivamente 7 vs 9), ma c’è stata una necessità molto maggiore di intervenire per simmetrizzare la mammella controlaterale (11 casi vs 2 casi nella direct-to-implant) e per ricostruire il capezzolo (8 casi vs 2 della ricostruzione in un tempo). L’utilizzo di lipofilling è simile nelle due tecniche ricostruttive (17 per la direct-to-implant vs 16 per l’espansore). Valutando i costi dei materiali utilizzati, la ricostruzione in un tempo con protesi senza membrana ha un vantaggio economico. Dal questionario è emersa una valutazione media di forma, volume, simmetria e soddisfazione complessiva della paziente sempre migliore rispetto a quella del Team Medico.
Conclusioni: La ricostruzione in un unico tempo genera delle complicanze con la necessità di intervenire paragonabili a quelle della ricostruzione in due tempi, ma necessità di un numero minore di interventi di simmetrizzazione controlaterale. Ci sono numerosi vantaggi nell’impiantare direttamente una protesi, con o senza membrana: meno interventi chirurgici, numero di accessi ambulatoriali ridotto, minor tempo di recupero con un ritorno alla quotidianità più precoce e soddisfazione da parte della paziente.
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