Riassunto analitico
INTRODUZIONE: La chirurgia endoscopica esclusiva è stata descritta per la prima volta negli anni ’60, mentre le prime applicazioni risalgono agli anni ’90. Fino agli anni ’90, infatti, l’endoscopio era utilizzato solo a scopo diagnostico o come strumento complementare alla chirurgia microscopica dell’orecchio, mentre oggi ha affiancato e in parte sostituito l’approccio microscopico. Uno dei vantaggi principali della tecnica endoscopica risiede nella capacità di visualizzare direttamente aspetti anatomici e patologici che sarebbero nascosti, o raggiunti solo dopo un approccio demolitivo, tramite l’approccio microscopico. La tecnica endoscopica permette infatti di avere una maggiore percezione delle tre dimensioni avvicinando e allontanando l’ottica al campo chirurgico e, soprattutto, consente di “guardare dietro gli angoli” inclinando l’endoscopio o servendosi di ottiche angolate (es. 45°). OBIETTIVO: L’obiettivo principale di tale studio è valutare il tasso di complicanze post-operatorie della chirurgia endoscopica dell’orecchio medio eseguita presso la U.O.C. di Otorinolaringoiatria dell’Azienda Ospedaliera Policlinico di Modena, centro di riferimento per questo tipo di chirurgia, nel periodo compreso tra 1-10-2008 e 21-10-2016. PAZIENTI E METODI: nello studio sono stati inclusi pazienti affetti da 4 tipi di condizioni patologiche: colesteatoma congenito o acquisito, otosclerosi, otite media cronica non colesteatomatosa, perforazione della membrana timpanica. Gli interventi che hanno subito i pazienti sono stati condotti da due operatori e sono: timpanoplastica con o senza ossiculoplastica, revisione di timpanoplastica, second look, stapedoplastica, revisione di stapedoplastica, miringoplastica e revisione di miringoplastica. RISULTATI: sono stati eseguiti, nel periodo considerato, 578 interventi e le complicanze considerate si sono verificate con le seguenti frequenze espresse in termini percentuali: comparsa/peggioramento di ipoacusia neurosensoriale 2,25%, paralisi del facciale permamente 0%, disgiunzione accidentale della catena ossiculare 0,17%, danno durale 0%, lesione della corda del timpano 2,77%. DISCUSSIONE: considerata la numerosità del campione e la scarsa percentuale di complicanze, il nostro studio dimostra come la chirurgia endoscopica possa considerarsi una prima scelta negli interventi di otochirurgia e che il trattamento endoscopico è mini-invasivo. Il nostro studio non ha posto particolare attenzione sugli outcomes chirurgici e funzionali specifici di questa tecnica, ma rappresenta un’esperienza di confronto per i centri che utilizzano questa tecnica riguardo le complicanze post-operatorie. CONCLUSIONI: la U.O.C. di Otorinolaringoiatria del Policlinico di Modena è un centro di riferimento per la patologia dell’orecchio e offre ai pazienti un trattamento endoscopico esclusivo che si caratterizza per una bassa incidenza di complicanze.
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