Riassunto analitico
La correlazione tra storia riproduttiva e uso di contraccettivi orali combinati (CO) e il rischio di tumore alla mammella è stata oggetto di numerosi studi e controversie. Tali fattori di rischio sono stati indagati anche in donne ad aumentato rischio familiare e in portatrici della mutazione BRCA senza che ne emergessero evidenze inequivocabili. In questo studio è stata valutata l’associazione tra fattori riproduttivi (inclusi i CO) e l’incidenza di tumore mammario nelle donne seguite presso il Centro per i Tumori Familiari della Mammella e dell’Ovaio (CTF-MO) del Policlinico di Modena. Sono stati raccolti i dati inerenti alla vita riproduttiva di 2529 donne seguite presso il CTF da maggio 2010 a gennaio 2016. Dal 1995, il CTF classifica in diverse fasce di rischio le donne con anamnesi familiare di tumore mammario e ovarico secondo i criteri di Modena e, più recentemente, secondo il modello di Tyrer-Cuzick e attua dei programmi di sorveglianza personalizzati. È stato valutato il rischio cumulativo a 60 anni prendendo in considerazione gravidanze, età al primo parto, menarca, menopausa, allattamento al seno, aborti e uso di contraccettivi ormonali orali. Di 2529 donne (età media:52), 115 (5%) erano portatrici di mutazione BRCA (65 BRCA1 e 50 BRCA2) (Gruppo 1), 1823 (72%) erano classificate come appartenenti a un gruppo ad Alto Rischio (Gruppo 2) e 591 (23%) come a Rischio Intermedio (Gruppo 3) secondo i criteri di Modena e il modello di Tyrer-Cuzick. Complessivamente, 255 donne si sono ammalate di tumore mammario. L’età alla diagnosi è significativamente più bassa nel gruppo 1 (43 vs 49 anni). Nel gruppo 1, l’aver sostenuto almeno una gravidanza a termine sembra ridurre significativamente il rischio di ammalare (p<0.005). Nella popolazione generale del nostro campione, l’età al primo parto ≤30 anni (p<0.005) e un menarca tardivo (p<0.005) hanno dimostrato di ridurre significativamente il rischio di ammalare. Al contrario, l’allattamento al seno e gli aborti non sembrano modificare in modo significativo il rischio. La terapia contraccettiva orale non sembra aumentare il rischio di ammalare nelle donne del nostro campione. In particolare, il rischio di tumore mammario non è influenzato da durata di assunzione dei CO e dose di estrogeni. I dati relativi al ruolo di alcuni tipi di progestinici, in particolare il gestodene e il ciproterone, suggeriscono addirittura un trend protettivo. Questi risultati confermano che le gravidanze e la vita riproduttiva giocano un ruolo rilevante nella definizione del rischio di tumore mammario anche nelle donne ad aumentato rischio familiare o genetico. Questi risultati, supportati dai dati consultabili in letteratura, dovrebbero incoraggiare la realizzazione di trials di chemioprevenzione per l’utilizzo dei contraccettivi orali combinati nella prevenzione del tumore ovarico nelle donne BRCA mutate.
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