Riassunto analitico
Il cancro rappresenta una delle principali cause di morte su scala mondiale e nonostante le costanti ricerche ed i grandi progressi nel campo delle terapie, non è ancora stata individuata la chiave per sconfiggere definitivamente la patologia. Ad oggi il continuo e profuso impegno nella ricerca dei farmaci antitumorali ha dato origine ad una serie di composti definiti “biologici”, atti ad agire selettivamente su pathway specifiche nel processo proliferativo cellulare con ridotti effetti collaterali. Nonostante tali ricerche e scoperte abbiano apportato un altro valido strumento nella lotta contro questa complessa e multifattoriale patologia purtroppo questo sforzo non è ancora sufficiente e la chemioterapia farmacologica o radiante rappresentano ancora la via di trattamento selettivo per numerose patologie cancerose. I recettori per il glutammato, la cui funzione sembra essere estesa a molti processi biologici, quali ad esempio la proliferazione, la differenziazione e la sopravvivenza cellulare, potrebbero rappresentare una pathway importante nella regolazione della crescita tumorale. Nella ricerca di antagonisti selettivi per i sottotipi recettoriali glutamatergici AMPA, le 2,3-benzodiazepine rappresentano una famiglia di antagonisti specifici non competitivi che possono essere importanti come possibili nuovi target nelle patologie tumorale. In particolare, l’intento della nostra ricerca è stato quello di valutare l’attività antitumorale di un particolare composto AMPA antagonista: l’ 1-(4-Amino-3,5-dimethylphenyl)-3,5-dihydro-7,8-ethylenedioxy-4H-2,3-benzodiazepin-4-one, testato su diverse linee cellulari tumorali: PLC/PRF 5, U87MG e JURKAT. Questo composto è un derivato del progenitore GYKI 52466, composto dalle note proprietà AMPA antagoniste. I saggi effettuati hanno evidenziato in primo luogo una consistente attività citotossica del composto in esame, il quale risulta essere molto attivo sulle varie linee cellulari tumorali utilizzate. Per tentare di comprendere il meccanismo alla base dell’effetto citotossico misurato, sono stati effettuati saggi atti alla determinazione dell’attività apoptotica e/o necrotica mediante metodi citofluorimetrici o spettrofotometrici. I risultati ottenuti, suggeriscono che il composto in esame è stato in gradi di indurre apoptotosi dopo 24 ore di trattamento e che la stessa si intensifichi con l’aumentare del tempo. Successivamente, per ottenere più informazioni riguardo alla pathway coinvolta nell’azione del composto in esame, abbiamo effettuato saggi per valutare la distribuzione delle cellule nelle varie fasi del ciclo cellulare; dopo 24 ore di trattamento, le cellule risultano essere bloccate in fase G2-M. Concludendo, i risultati ottenuti sull’AMPA antagonista 1-(4-Amino-3,5-dimethylphenyl)-3,5-dihydro-7,8-ethylenedioxy-4H-2,3-benzodiazepin-4-one suggeriscono che il potenziale effetto antitumorale esercitato sia dovuto principalmente ad un’induzione apoptotica dopo incubazione di 24 ore. Nonostante questi risultati siano del tutto preliminari,ulteriori ricerche sono fondamentali per la determinazione di nuovi target nelle terapie antitumorali attraverso l’impiego delle 2,3 benzodiazepine.
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