Riassunto analitico
CLIL, Content and Language Integrated Learning, è un acronimo inglese introdotto da David Marsh (1994) e Anne Maljers (2000) che si riferisce all’apprendimento integrato di lingua e contenuti. Questa nuova metodologia didattica promuove l’apprendimento disciplinare consolidando simultaneamente l’uso della lingua straniera. Dopo una serie di avviamenti dei programmi di immersione linguistica, originariamente nati negli anni ’60 in Canada e successivamente nel Regno Unito con il Language Across the Curriculum (LAC), negli anni ’90 le esigenze rispetto all’educazione linguistica diventano sempre più importanti a causa della globalizzazione. A partire da questo momento, la popolazione europea comprende il valore del multilinguismo e sente il bisogno di migliorare l’apprendimento linguistico per favorire maggiore competitività e coesione. Il primo capitolo di questa tesi indaga su come il CLIL promuova l’apprendimento integrato, focalizzandosi perlopiù sulla lingua veicolare, e con l’intenzione di migliorare le competenze linguistiche degli studenti. Questo approccio si serve di strategie, scelte didattiche e procedure che mirino a garantire l’apprendimento integrato basandosi su un approccio duale linguistico-disciplinare. Gli obiettivi che il CLIL si pone sono: favorire il plurilinguismo, sviluppare competenze linguistiche, introdurre l’insegnamento della seconda lingua in età precoce, favorire l’apprendimento durante tutto l’arco della vita e collegare l’apprendimento linguistico ad ambiti professionali specifici. Dopo aver descritto le caratteristiche peculiari della metodologia CLIL e come si è evoluto il suo funzionamento in Europa attraverso l’analisi di alcuni documenti ufficiali, tra questi il Rapporto Eurydice del 2006 - Apprendimento integrato di lingua e contenuto (Content and Language Integrated Learning – CLIL) nella scuola in Europa, si illustra il ruolo che il CLIL riveste nel panorama normativo italiano, principalmente all’interno del contesto scolastico dopo essere stato introdotto nel 2003 nella nuova riforma scolastica in Italia. In particolare, si approfondiscono i quadri concettuali del CLIL nella scuola primaria e le sue tecniche a sostegno dell’apprendimento di lingua e contenuto. Il secondo capitolo affronta il tema della valutazione, in particolare quella formativa, rendendo esplicite le sue principali caratteristiche a livello globale. Viene trattato in modo dettagliato il ruolo che la valutazione riveste in ambito scolastico e più nello specifico nella scuola primaria. Questa introduzione è necessaria per comprendere l’approccio valutativo nella metodologia CLIL, considerato ancora oggigiorno uno dei suoi punti cruciali e in via di definizione. Si analizzano, quindi, alcune teorie che diversi autori e ricercatori in tale ambito hanno riportato per comprendere quale sistema applicare per valutare in ottica CLIL. Infine, il terzo capitolo affronta un’esperienza alla scuola primaria, dove in una classe terza viene sperimentata la valutazione nella metodologia CLIL. Dopo aver analizzato il contesto classe, si illustrano gli strumenti di valutazione realizzati per valutare un’Unità di Apprendimento progettata in un modulo CLIL, tenendo in considerazione alcune strategie, procedure e consigli che alcuni autori hanno definito per aiutare gli insegnanti a valutare in modo considerevole. Nonostante non esistano ancora linee guida definitive che possano supportare gli insegnanti a valutare in questo contesto, lo studio di caso verte a dare un’esemplificazione di come è possibile valutare in ambito CLIL, mettendo in luce gli strumenti necessari per farlo e le procedure più convenienti per garantire agli studenti il raggiungimento degli obiettivi prefissati nell’Unità di Apprendimento progettata.
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