Riassunto analitico
Il Decreto legislativo 12 gennaio 2019 n. 14, in attuazione della Legge delega 19 ottobre 2017, n. 155, ha riformato la materia concorsuale prevedendo l’abrogazione del Regio Decreto n. 267 del 1942, rimasto pressoché immutato per quasi sessant’anni. Il legislatore ha inteso operare in modo sistematico e organico la riforma della disciplina dell’insolvenza e delle procedure concorsuali, introducendo nell’ordinamento un vero e proprio Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, con l’obiettivo di soddisfare le esigenze di certezza del diritto e migliorare l’efficienza del sistema economico in modo da renderlo più competitivo in campo internazionale. La riforma era auspicata anche a seguito delle sollecitazioni provenienti dall’Unione europea, che nell’ultimo decennio ha cercato di promuovere l’armonizzazione e l’ammodernamento delle legislazioni nazionali in materia di prevenzione e gestione della crisi e dell’insolvenza, indirizzando i singoli Stati membri a predisporre l’accesso a percorsi di ristrutturazione debitoria in grado di superare la crisi ed evitare l’insolvenza. Attuando questi indirizzi, il legislatore ha istituito nell’ordinamento una fase di allerta, volta a rilevare tempestivamente l’emersione della crisi d’impresa, attraverso la predisposizione, da un lato, di obblighi di organizzazione societaria in capo all’imprenditore e, dall’altro, di obblighi di segnalazione della crisi in capo all’organo di controllo e a specifici creditori qualificati, che si attivano alla presenza di determinati indicatori di crisi. Inoltre, il Codice ha introdotto una procedura di allerta e di composizione assistita della crisi, di natura riservata e confidenziale, gestita dall’Organismo di composizione della crisi, il quale ha il compito di ricevere le segnalazioni e di assistere il debitore nelle trattative con i creditori. Tali innovazioni sono destinate ad avere un grande impatto sulla realtà imprenditoriale, specialmente delle piccole e medie imprese, che supera l’ambito concorsuale e incide direttamente sul diritto societario, sull’attività e le responsabilità di amministratori, sindaci e revisori, promuovendo un importante cambiamento culturale circa la concezione della crisi, che diventa un momento fisiologico della vita dell’impresa e, come tale, un rischio da prevenire e gestire. L’entrata in vigore della disciplina del Codice della crisi d’impresa era originariamente fissata al 14 agosto 2020 (salvo alcune disposizioni già operative dal 16 marzo 2019); tuttavia, l’emergenza epidemiologica da COVID-19, ne ha determinato la posticipazione dell’entrata in vigore al 1° settembre 2021, come disposto dal Decreto legge 8 aprile 2020, n. 23. Il presente elaborato si propone pertanto di esaminare l’istituto dell’allerta, attraverso un’analisi che, partendo dalla nascita del principio di prevenzione della crisi in ambito comunitario, si articola nelle disposizioni del Codice della crisi relative alle misure per la rilevazione, segnalazione e gestione della crisi e dell’insolvenza, i soggetti coinvolti, gli obblighi e le responsabilità posti in capo agli organi sociali e le modifiche apportate alla disciplina delle s.r.l., tenendo in considerazione le perplessità che sono state sollevate finora sugli effetti della riforma, alle quali si aggiungono le preoccupazioni determinate dall’impatto che la crisi sanitaria globale determinerà sul settore economico nazionale, rendendo ancora più incerto il successo stesso della riforma.
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