Riassunto analitico
Il Mieloma Multiplo è una neoplasia ematologica cronica incurabile, caratterizzata da un grave corteo sintomatologico. L’erogazione di cure di supporto precoci (ESC) è un modello assistenziale che prevede gestione dei sintomi dalla diagnosi e durante tutta la malattia per i pazienti con cancro avanzato. Tale modello si associa a migliore qualità della vita e, in alcuni casi, aumento della sopravvivenza. L’OMS sancisce che le ESC debbano essere garantite a tutti i pazienti con cancro avanzato il più precocemente possibile. Tuttavia, nella pratica clinica le cure di supporto vengono fornite tardivamente, oppure non sono garantite affatto, come in ambito ematologico. Finora un solo studio retrospettivo ha riportato la possibilità di erogare ESC in 67 pazienti con MM. Lo scopo di questo studio è valutare se un percorso di cure palliative precoci possa modificare le cure di fine vita nei pazienti con MM. Questo è uno studio retrospettivo caso-controllo di real-life che ha arruolato pazienti con MM con almeno 3 accessi presso Ematologia Policlinico Modena dal 01/01/13 al 31/03/19. I casi sono pazienti afferenti all’ambulatorio di ESC. I controlli, nel rapporto 1:2, sono pazienti che hanno usufruito di cure ematologiche standard paragonabili ai casi per età, sesso, fragilità, stadio di malattia e programma terapeutico. Le misure riguardanti le cure di fine vita sono quelle riconosciute dall’OMS. Nello specifico: chemioterapia negli ultimi 14 giorni, almeno 2 accessi in PS negli ultimi 30 giorni, almeno 2 ricoveri negli ultimi 30 giorni, ricovero maggiore di 14 giorni negli ultimi 30 giorni, almeno 1 ricovero in UTI entro 30 giorni e morte in ospedale. Il confronto tra le frequenze degli outcome sopra menzionati è stato effettuato tra i pazienti che ricevevano ESC e quelli che ricevevano assistenza ematologica standard. Un ulteriore confronto è stato eseguito tra le cure di fine vita dei pazienti che avevano ricevuto ESC del nostro studio e le cure di fine vita dei pazienti con MM riportate in letteratura. Sono stati arruolati 135 pazienti, di cui 50 (37%) sono deceduti entro la fine dell’osservazione. Dei pazienti deceduti, 16 (32%) avevano ricevuto ESC, mentre 34 (68%) avevano ricevuto cure ematologiche standard. I pazienti che avevano ricevuto ESC, rispetto a quelli che avevano ricevuto assistenza ematologica standard, sono stati meno frequentemente sottoposti a chemioterapia negli ultimi 14 giorni di vita (13% vs 26 %; RR=0.47) e sono deceduti meno frequentemente in ospedale (50% vs 68%; RR=0.74). Sono invece stati ricoverati più spesso in UTI negli ultimi 30 giorni (6% vs 3%; RR=2.13). Il numero di pazienti ricoverati per almeno 14 giorni negli ultimi 30 giorni è minore nei pazienti che hanno ricevuto ESC (13% vs 18%; RR=0.7), mentre è maggiore il numero dei pazienti che hanno fatto almeno 2 accessi in PS negli ultimi 30 giorni (13% vs 0%). Pressoché sovrapponibile è la percentuale di pazienti ricoverati almeno 2 volte negli ultimi 30 giorni (19% vs 18%) nei due gruppi. Quando confrontati con i dati della letteratura, il numero di pazienti con almeno 1 indicatore di cure aggressive di fine vita è minore nei nostri pazienti che hanno ricevuto ESC (42% vs 56%; RR=0.7) e minore è il numero di pazienti con 2 indicatori di cure aggressive (8% vs 16%; RR=0.5). È invece maggiore nei nostri pazienti il numero di quelli che presentano un solo indicatore di cure aggressive (25% vs 19%; RR=1.3). In entrambi i gruppi, nessuno dei pazienti presenta tutti e 6 gli indicatori di cure aggressive. Questo studio dimostra che le ESC sono praticabili e ottengono benefici nel MM, in particolare riducendo l’aggressività delle cure nel fine vita. Studi prospettici che arruolino un maggior numero di pazienti sono necessari per confermare i nostri dati.
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