Riassunto analitico
Nei paesi occidentali il carcinoma colorettale (CCR) rappresenta una delle neoplasie a maggiore incidenza e mortalità. Nonostante ciò, il CCR è una patologia prevenibile con un adeguato stile di vita e con l'individuazione precoce delle lesioni precancerose. Numerosi sono gli studi che hanno evidenziato l’importanza dei fattori di rischio metabolici ed ambientali nell’aumentare il rischio di adenomi colorettali. Adeguate campagne di screening per individuare le lesioni precancerose e per effettuare una diagnosi precoce sono già ampliamente diffuse nel mondo, tuttavia non è ancora disponibile un modello che permetta, con un approccio multifattoriale, di valutare il rischio di sviluppare adenomi colorettali. Per la sindrome metabolica (SM), ed in particolare per l' ’aumentata espressione di molecole proinfiammatorie che si verifica in questa patologia, è stato ipotizzato un importante ruolo nella prima fase della carcinogenesi del colon-retto. Uno stato infiammatorio sistemico si riscontra anche in soggetti obesi ed in chi presenta un aumentato rischio cardiovascolare (CVD). Inoltre CVD e CCR condividono diversi fattori di rischio tra cui obesità, sedentarietà, fumo e sindrome metabolica. Scopo di questa tesi è stato quello di indagare il ruolo di diversi fattori correlati alla SM con la presenza di polipi adenomatosi alla colonscopia. Sono state valutate le variazioni di alcuni parametri antropometrici, metabolici aterogeni, ed infiammatori in relazione alla presenza o meno di adenomi colorettali, con l’obiettivo di individuare predittori significativi di adenomi colorettali. Lo studio, approvato dal Comitato Etico provinciale di Modena, ha coinvolto 62 pazienti tra i 44 e gli 82 anni, sottoposti a colonscopia per positività al test del sangue occulto fecale e/o per sintomi addominali. Ventotto pazienti avevano adenomi, trentaquattro non presentavano lesioni preneoplastiche. Su ogni soggetto sono state condotte valutazioni antropometriche (peso, altezza, indice di massa corporea, circonferenza della vita e dell'anca), ed è stata raccolta una breve relazione sullo stile di vita, sulle patologie pregresse ed attuali e l’anamnesi farmacologica completa. E’ stata inoltre valutata la presenza di una familiarità per neoplasia e per patologie gastrointestinali in generale. Prima dell'esecuzione della colonscopia è stata eseguita la misurazione della pressione arteriosa ed uno stick glicemico su sangue capillare. È stato inoltre ottenuto un prelievo di sangue venoso a digiuno al fine di valutare il profilo lipidico standard completo e per effettuare il dosaggio della proteina c-reattiva (PCR). Indipendentemente dall’esito dell’esame, ogni paziente è stato sottoposto durante la colonscopia all’esecuzione di tre biopsie della mucosa rispettivamente a livello del colon ascendente, colon trasverso e retto per valutare l'espressione di un marker di autofagia (LC3B-II) e un marker di infiammazione della mucosa (mieloperossidasi, MPO) a livello della mucosa colorettale normale. I soggetti partecipanti allo studio sono stati, quindi, ricontattati per eseguire un ecocolordoppler dei tronchi arteriosi sovraortici per valutare lo spessore dell'intima-media della carotide comune bilateralmente (q-IMT) e la vasodilatazione dell'arteria brachiale mediata dal flusso nel braccio non dominante (FMD). I risultati ottenuti mostrano che i marcatori infiammatori, così come l’età avanzata, l’obesità e la sindrome metabolica sono correlati ad un maggior rischio di sviluppare adenomi colorettali.
|