Riassunto analitico
BACKGROUND – L’emorragia subaracnoidea (ESA) da rottura di aneurisma rappresenta un’emergenza medica caratterizzata da elevata mortalità ed elevata morbidità. L’ESA ha una mortalità del 40-45% circa, inoltre il tasso di disabilità permanente è del 50%. Un’ESA da rottura di aneurisma può causare deficit di memoria, funzioni esecutive e linguaggio; inoltre questi deficit cognitivi sono aggravati da depressione, ansia e fatica. SCOPO DELLO STUDIO – Lo studio si propone di indagare la presenza di eventuali deficit cognitivo-comportamentali conseguenti all’ESA, nonché la presenza di alterazioni non cognitive, quali affaticabilità e alterazioni affettivo-emotive, che, insieme agli esiti neurologici e motori, rappresentano le principali cause di disabilità conseguenti ad ESA. MATERIALI E METODI – La popolazione dello studio è composta da soggetti adulti che sono stati colpiti da ESA tra settembre 2017 e marzo 2018. Tali soggetti sono stati sottoposti a test neuropsicologici e questionari sulla qualità di vita in fase sub-acuta (a 14-28 giorni dall’evento) e in fase post-critica (a 3 mesi dall’evento); questionari sulla qualità di vita sono stati somministrati anche al caregiver del soggetto in esame. I dati sono stati poi elaborati con il test di Wilcoxon per verificare la presenza di un’eventuale differenza statisticamente significativa, con gli indici di correlazione per studiare le relazioni presenti tra i vari fattori e con il test di Kruskal-Wallis per verificare l’uguaglianza delle mediane di diversi gruppi. RISULTATI – Il campione è composto da 11 soggetti con età media di 56 anni. È stato riscontrato un miglioramento delle prestazioni cognitive (misurate con il Moca Test) nell’arco di due mesi (p = 0,01367). È stato visto che le alterazioni del comportamento successive all’evento non hanno una differenza statisticamente significativa rispetto al comportamento precedente; inoltre non vi è alcuna differenza statisticamente significativa tra ciò che viene affermato dal paziente e ciò che viene affermato dal familiare. Si è riscontrato che le alterazioni del comportamento sono influenzate dal linguaggio (p = 0,0095), dalle funzioni esecutive (p = 0,0391) e dalla memoria (p= 0,0135). La fatica influenza fortemente la qualità della vita (p = 0,0267; p = 0,0025) rispetto al comportamento, il quale non ha praticamente alcuna correlazione. La qualità della vita è influenzata fortemente anche da ansia (p = 0,0056; p = 0,0085) e depressione (p = 0,0272; p = 0,0154). In particolare, la fatica correla prevalentemente con il movimento (p = 0,0168), con la cura della persona (p = 0,0168), con l’attività fisica (p = 0,0054), con la vitalità (p = 0.0104), con le attività sociali (p = 0,0002) e con la salute mentale (p = 0,0003); la depressione correla maggiormente con il dolore (p = 0.0179; p = 0.00077) e con le limitazioni del ruolo emotivo (p = 0.00684); l’ansia correla maggiormente con la percezione della salute (p = 0.00539). CONCLUSIONI – L’ESA colpisce una fascia giovane della popolazione ed è caratterizzata da alta mortalità e alta morbidità. I dati ottenuti affermano che l’ESA determina l’alterazione delle performance cognitive, l’aumento del grado di fatica sperimentato dal soggetto e l’insorgenza di una sintomatologia ansiosa e depressiva; tali fattori causano una notevole riduzione della qualità della vita del soggetto. Importante attenzione dovrebbe essere rivolta al miglioramento della qualità della vita, andando a trattare con un piano integrato tra neurochirurgia e neuropsicologia gli aspetti non cognitivi, tra cui ansia, depressione, alterazioni del comportamento e grado di fatica percepita.
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