Riassunto analitico
L’epatocarcinoma è una delle principali cause di morte cancro-correlata a livello mondiale. Oltre a TC, RM ed ecografia, la biopsia riveste tuttora un ruolo decisivo nella diagnosi. Diversi sono i sistemi classificativi, i quali non garantiscono una definizione ottimale delle caratteristiche eterogenee di questo tumore. L’analisi condotta tramite tecniche microarray ha permesso di identificare diverse firme molecolari dell’epatocarcinoma, associate alla mutazione o alterata regolazione di specifici geni. Tali firme hanno la capacità di predire prognosi, sopravvivenza e recidiva precoce dopo il trattamento, permettendo la stratificazione dei pazienti in sottogruppi caratterizzati da tumori con diverse caratteristiche, finalità che non è ancora raggiungibile dai metodi di diagnosi di tipo convenzionale. Scopo primario di questo studio è quello di correlare le caratteristiche densitometriche quantitative e qualitative del tumore e del fegato circostante, acquisite mediante TC con mdc e.v., alla velocità di crescita ed ad una firma di espressione di 5 geni (firma trascrittomica) dell’HCC. Scopo secondario è quello di identificare parametri TC quantitativi e qualitativi surrogati della velocità di crescita e della firma che predicano la sopravvivenza dei pazienti.
Il presente studio retrospettivo è stato effettuato su una coorte prospettica di 78 pazienti cirrotici che hanno ricevuto diagnosi di HCC durante il programma di sorveglianza ecografica tra il 2008 e il 2014 presso l’unità operativa di Gastroenterologia di Modena. Ciascun paziente è stato sottoposto a due indagini TC consecutive a distanza di circa sei settimane, la prima al momento della diagnosi, mentre la seconda prima del trattamento. Mediante biopsia epatica eco-guidata si è ottenuto un campione biologico della lesione tumorale, su cui è stata effettuata la conferma istologica e valutata l’espressione genica in modo da caratterizzare ciascun paziente in termini di firma trascrittomica. Sono stati eseguiti due studi relativi alle caratteristiche di imaging della TC1. Uno studio qualitativo ed uno quantitativo, sia densitometrico relativo a ROI (region of interest) del T, PeriT e NT, che volumetrico, relativo al nodulo, al fegato e ai rispettivi segmenti.
La popolazione è stata suddivisa in due gruppi a seconda della velocità di crescita, calcolata in base al Doubling Time (DT), e della firma trascrittomica, data la diversa sopravvivenza cumulativa relativa a questi gruppi (p=0,026; p<0,0001). Attraverso analisi univariata sono state esplorate differenze relative ai dati clinici, tumorali e radiologici nelle diverse categorie. I tumori di tipo Fast presentano una densità basale maggiore (p=0,009) e differente comportamento vascolare del PeriT (p=0,028). È emerso come caratteristiche relative a disomogeneità (p<0,0001), pseudocapsula (p=0,003) ed angioinvasione (p=0,003) siano differenti nei due gruppi. Tra le caratteristiche quantitative, la differenza tra la densità del PeriT, NTomo e NTcontro dei due gruppi è significativa. Il modello multivariato mostra come firma trascrittomica (OR 44,9; 95% CI 4,590-439,6; p=0,001) e densità dell’HCC in fase venosa (OR 1,040; 95%CI 1,006-1,075; P=0,021) siano fattori rischio indipendentemente associati alla mortalità.
I risultati di questo studio mostrano una correlazione tra la presenza di firma trascrittomica e caratteristiche qualitative del tumore visibili alla prima TC. Non è stato possibile identificare un parametro quantitativo utile a diversificare i pazienti con firma dagli altri, ma è emerso che la vascolarizzazione a livello di tutto il parenchima epatico è alterata nei soggetti con firma. Ciononostante, alcuni tra i parametri quantitativi derivati sono promettenti e meritano ulteriore approfondimento, in modo da individuare alterazioni vascolari che predisporrebbero ad HCC. Questo studio apre prospettive future per l’utilizzo di TC o RM di tipo perfusionale.
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