Riassunto analitico
Background. Le lesioni nodulari della tiroide sono elementi di comune riscontro, con una prevalenza in netto aumento nel mondo. Nonostante ciò, le linee guida internazionali non forniscono indicazioni sulla necessità o meno di monitorare soggetti adulti dopo una prima ecografia tiroidea risultata negativa. Scopo dello studio. Valutare l’incidenza di alterazioni ecografiche della tiroide in pazienti con precedente ecografia negativa ed identificare le caratteristiche che possono predire il rischio di sviluppare patologie tiroidee. Soggetti e Metodi. Nel 2011, 291 soggetti sono stati arruolati in un trial clinico prospettico condotto presso l’Unità Complessa di Endocrinologia di Modena, per descrivere la prevalenza di patologie tiroidee in soggetti adulti che ne sono inconsapevolmente affetti. Tra questi, 136 non hanno mostrato alcuna alterazione ecografica. Di questi, 99 soggetti (61 donne e 38 uomini, di età media 51+12 anni) sono stati nuovamente sottoposti ad ecografia tiroidea a sei anni di distanza. L’esame è stato condotto utilizzando lo stesso ecografo. Tutti i soggetti sono stati valutati dallo stesso operatore. Ogni paziente è stato inoltre valutato clinicamente, raccogliendo un aggiornamento anamnestico, ed eseguendo un esame fisico comprendente misurazioni antropometriche e palpazione del collo. Risultati. Nel corso di un intervallo medio tra la prima e la seconda valutazione ecografica di 72.4+6 mesi, 51 soggetti (51.5%) hanno sviluppato alterazioni ecografiche della tiroide; nello specifico, 46 (46.5%) soggetti hanno sviluppato noduli tiroidei e 5 (5%) un pattern ecografico di tiroidite. Secondo la classificazione riguardante i pattern ecografici dei noduli tiroidei proposta dalla American Thyroid Association, tra i pazienti con patologia nodulare abbiamo riconosciuto 26 (56.5%) soggetti con almeno un nodulo benigno o con sospetto di malignità molto basso, 9 (19.5%) con almeno un nodulo a basso sospetto di malignità e 11 (24%) con almeno un nodulo a sospetto di malignità intermedio o elevato. L’incidenza di alterazioni ecografiche della tiroide non è significativamente diversa tra soggetti con (49%) o senza (51%) familiarità per patologie tiroidee (p=0.366). Inoltre, l’insorgenza di anomalie tiroidee non risulta essere prevedibile sulla base dell’abitudine tabagica (p=0.615), l’età (p=0.826), il peso (p=0.960), il BMI (p=0.546) e il volume della tiroide (p=0.114). Questi risultati sono stati confermati considerando separatamente uomini e donne. Conclusioni. Questi dati dimostrano che più del 50% dei pazienti studiati ha sviluppato anomalie tiroidee in un periodo medio di sei anni. È interessante notare che, tra i pazienti con patologia nodulare, il 24% di essi abbia sviluppato almeno un nodulo ad alto o intermedio sospetto sonografico. Questo risultato giustifica la necessità di visitare nuovamente i pazienti, anche quando nessuna alterazione ecografica è stata individuata nel corso di un primo controllo. Al momento, non siamo in grado di prevedere l’insorgenza di patologie tiroidee, poiché gli elementi anamnestici e obiettivi indagati (anamnesi familiare, abitudine tabagica, età, peso, BMI e volume della tiroide) non sembrano essere correlati con l’incidenza di alterazioni ecografiche.
|
Abstract
Background: Thyroid nodules represent a common clinical finding and their prevalence is increasing worldwide. However, the most recent international guidelines do not give indications on the need to retest adults with previous negative neck ultrasound (US).
Aim of the study: To evaluate the incidence of thyroid US abnormalities in patients with previous negative thyroid US and identify patient's characteristics able to predict the risk of developing thyroid disease.
Subjects and Methods: In 2011, 291 subjects were enrolled in a prospective clinical trial conducted in the Endocrine Unit of Modena to detect the prevalence of thyroid disease in adults unaware of thyroid pathology. Among these, 136 patients did not show any US thyroid alteration. Up to now, 99 of these patients (61 females and 38 males, mean age 51+12 years) were prospectively examined with thyroid US after six years with the same US device. Each patient was further clinically evaluated, updating anamnesis, physical examination and anthropometric measurements.
Results: During a mean interval between the first and the second US evaluation of 72.4+6 months, 51 subjects (51.5%) developed thyroid US alterations, specifically 46 (46.5%) subjects developed thyroid nodules and 5 (5%) a US pattern of thyroiditis. According to the American Thyroid Association nodular sonographic pattern classification, among patients with nodular pathology we have found 26 subjects (56.5%) with at least one benign or very low-suspicion nodule, 9 (19.5%) with at least one low-suspicion nodule and 11 (24%) with at least one intermediate or high suspicion nodule. The incidence of US thyroid alterations is not significantly different among subjects with (49%) or without (51%) family history positive for thyroid disease (p=0.366). Moreover, thyroid abnormalities occurrence was not predicted by smoking habit (p=0.615), age (p=0.826), weight (p=0.960), BMI (p=0.546) and thyroid volume (p=0.114). These results were confirmed considering males and females separately.
Conclusions: These preliminary data show that more than 50% of patients have developed US abnormalities in a mean period of 6 years. Interestingly, among patients with thyroid nodular pathology, 24% of subjects have developed at least one intermediate or high suspicion sonographic thyroid nodule. This result justifies the need to retest patients, even when no US alterations have been detected during first examination. Currently, we are not able to predict thyroid alterations occurrence, since positive family history for thyroid disease, smoking habit, age, weight, BMI and thyroid volume seem to be not related to the incidence of US abnormalities.
|