Riassunto analitico
l’insegnante spesso si trova a confrontarsi con difficoltà didattiche, sociali e relazionali notevoli, situazioni sfavorevoli con i colleghi o con gli alunni che possono metterlo a dura prova trasportandolo, in modo lento e graduale, verso una condizione di esaurimento cognitivo, emotivo e fisico definita sindrome da burnout. Il burnout emerge quando un insegnante percepisce che la qualità e la quantità delle richieste sul posto di lavoro superano le qualità e la quantità delle risorse a loro disposizione. Il docente per affrontare il burnout ha bisogno di strategie legate al senso di autoefficacia, definita come la convinzione che gli insegnati stessi hanno delle proprie capacità. Negli ultimi anni le pratiche di mindfulness, hanno dimostrato una buona efficacia nel gestire i sintomi del job burnout sia a livello individuale sia per quanto concerne il contesto lavorativo. A livello individuale ha effetti positivi per quanto riguarda l’autoregolazione emotiva, le funzioni cognitive e il benessere psicofisico dell’insegnante, grazie alle tecniche di rilassamento e di meditazione. A livello lavorativo porta effetti positivi sulla motivazione, sul comportamento dei colleghi incoraggiando le relazioni, riducendo l’impulsività e la rigidità verso stimoli percepiti come minacciosi, come le richieste dei superiori o i rimproveri. Sembra proprio, che gli insegnanti che praticano mindfulness abbiamo un bagaglio di skills più ampio per affrontare stress e difficoltà lavorative rispetto ai non praticanti, disponendo di strategie utili per gestire al meglio situazioni sfidanti, aumentando così il senso di competenza e di autonomia.
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