Riassunto analitico
L’utilizzo di piante officinali e loro estratti in fitoterapia veterinaria è una valida alternativa per il trattamento delle patologie articolari e delle parassitosi di cani e gatti. La crescente cura e il maggiore interesse per gli animali da compagnia hanno portato ad un prolungamento della loro aspettativa di vita, determinando un incremento delle patologie legate all’età, come l’osteoartrite. Tra i principali sintomi di questa patologia articolare troviamo infiammazione, dolore, rigidità e zoppia, i quali possono essere trattati con piante medicinali. Tra i maggiori disturbi che interessano cani e gatti risultano le parassitosi: pulci, zecche ed elminti causano frequenti infestazioni parassitarie con manifestazioni quali prurito, reazioni allergiche, irritazioni cutanee, diarrea, perdita di peso, vomito e trasmissione di gravi malattie come la malattia di Lyme. La presente tesi tratta l'uso di alcune piante officinali come Harpagophytum procumbens, Boswellia serrata, Azadirachta indica e Cucurbita pepo, mettendone in luce il potenziale e l’efficacia come trattamenti alternativi o complementari ai farmaci convenzionali per disturbi articolari e parassitosi degli animali domestici. Diversi studi, clinici e in vitro, hanno evidenziato validi risultati in termini di efficacia, suggerendo quindi il loro uso in veterinaria. L'Harpagophytum procumbens, conosciuto per le sue proprietà antinfiammatorie e analgesiche, è utile nel trattamento delle patologie articolari, come l'artrite nei cani. Tra i suoi composti attivi riscontriamo i glucosidi iridoidi come arpagoside, arpagide, procumboside e procumbide, che inibiscono enzimi fondamentali nella risposta infiammatoria come COX e 5-lipossigenasi, riducendo la produzione di mediatori infiammatori come leucotrieni e prostaglandine. La Boswellia serrata, ricca di acidi boswellici, tra cui acido β-boswellico, acido acetil-β-boswellico, acido 11-cheto-β-boswellico e acido acetil-11-cheto-β-boswellico, ha dimostrato potenti effetti antinfiammatori attraverso meccanismi che coinvolgono l'inibizione dell’enzima 5-lipossigenasi e di fattori di trascrizione come NF-kB con riduzione della produzione di citochine proinfiammatorie come IL-1 e IL-6; inoltre, ostacola la formazione di radicali dell’ossigeno e proteasi come la catepsina G, coinvolta nella risposta infiammatoria e immunitaria. L'Azadirachta indica, o Neem, è impiegata tradizionalmente per le sue molteplici proprietà terapeutiche, tra cui attività antiparassitaria e antifungina. La droga utilizzata è l’olio, ricavato principalmente dai semi, ricco di acidi grassi come acido linoleico, oleico e stearico, triterpeni e limonoidi. Tra questi, l’azadiractina è un efficace rimedio naturale per il controllo delle parassitosi causate da pulci e zecche, alterando la morfologia dell’esoscheletro dei parassiti portandoli a morte. Sono stati ipotizzati anche altri meccanismi come il blocco dello sviluppo, dell’alimentazione e infertilità. Del genere Cucurbita, possono essere utilizzate le specie maxima e pepo per il trattamento di parassitosi intestinali. I loro semi sono ricchi di composti triterpenici come la cucurbitacina, fitosteroli come β-sitosterolo, Δ-stigmasterolo, Δ-stigmastadienolo e cucurbitina, un aminoacido non proteico strutturalmente simile all’acido kainico, potente agonista del recettore kainato del glutammato, in grado di causare eccitotossicità nei parassiti. Le ricerche, in particolare di etnofarmacologia, possono portare alla selezione di piante utili per il benessere animale, ma risulta complesso valutare l’efficacia e la tossicità di droghe e estratti, in considerazione del differente metabolismo di tali fitocomplessi, rispetto all’azione sull’uomo. L’uso consolidato di alcune piante medicinali, in particolare sugli animali d’allevamento, potrà favorire l’utilizzo dei fitoderivati anche sugli animali da compagnia.
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