Riassunto analitico
Nella tesi verrà indagato il carattere formativo dell’arte teatrale, la quale permette all’individuo di conoscere sé stesso e di sviluppare la capacità di comunicare i propri pensieri e i propri stati d’animo. Dunque, il teatro offre un’occasione straordinaria per educare a un’autentica vita emotiva. Esso è una vera e propria palestra di vita, in quanto consente di acquisire delle competenze pratiche e attiva processi di conoscenza e di consapevolezza; infatti, sebbene tutto ciò che accade sul palcoscenico sia una rappresentazione fittizia di eventi, le emozioni e le esperienze che offre ad attori e spettatori possono essere significative e autentiche. In questo modo, i soggetti scoprono lati di sé che erano loro sconosciuti, talenti impensati, difficoltà mai messe in conto, possibilità nuove, e questo porta a ridefinire il concetto di sé e la visione di loro stessi nel mondo. Per questo motivo, l’arte teatrale dovrebbe essere praticata a scuola da tutti gli individui, sin dai primi anni dell’infanzia. Essa è un’attività completa e inclusiva, in quanto offre ai bambini l’opportunità di scoprire, di provare, di condividere e di apprendere in modo attivo e, allo stesso tempo, accoglie il lavoro di tutti e di ciascuno, dando la possibilità anche ai soggetti con difficoltà di partecipare. Inoltre, permette di strutturare e di arricchire le capacità creative dei giovani, manipolando i vari linguaggi e sperimentando diverse forme di interpretazione. Comunicare in modo chiaro ed efficace consente agli individui di instaurare delle relazioni positive, che aiutano a crescere e a vivere con serenità. Nell’elaborato verrà percorsa la storia del teatro. Le prime forme di dramma nacquero nell’antica Grecia, dove, originariamente, le opere teatrali erano realizzate dal Coro, il quale, tramite canti, parole e danze, aveva il potere di trasmettere agli spettatori emozioni e passioni intese. Più tardi al Coro si aggiunse la figura dell’attore, la quale, nel corso degli anni, subì molti cambiamenti; nel Novecento, Stanislavskij, regista e pedagogista teatrale russo, direzionò i suoi studi e stimolò l’interesse verso la psicologia dell’attore. Prima di tutto, l’attore ha il compito di esplorare il suo personaggio tramite sé stesso e, viceversa, cercare di conoscere sé stesso attraverso il personaggio, mettendo anche in relazione le proprie emozioni e le proprie esperienze personali con quelle del soggetto che deve interpretare. Nella tesi la figura dell’attore viene paragonata a quella del bambino; entrambi, infatti, hanno delle regole e delle circostanze date che devono rispettare, ma allo stesso tempo devono essere lasciti liberi di scoprire, di esplorare, di sperimentare e di relazionarsi per crescere e per ampliare le loro conoscenze. Inoltre, ogni individuo, essendo un essere sociale, ha bisogno di interagire e di instaurare dei legami con le persone che lo circondano. L’arte teatrale stimola e aiuta a sviluppare la capacità di esprimersi in modo efficace; la scelta delle parole da utilizzare, la modulazione della voce, i movimenti del corpo e le espressioni facciali hanno un valore fondamentale nella comunicazione, in quanto permettono all’attore, e in generale a ogni individuo, non solo di catturare l’attenzione del proprio interlocutore, ma anche di coinvolgerlo emotivamente. Si tratta di mezzi diversi, in quanto non hanno tutti la medesima capacità di comunicare, ma, come vedremo, non vanno trattati separatamente, in quanto si compensano l’uno con l’altro. Dunque, ogni individuo diventa l’attore della propria vita e dovrebbe possedere, allo stesso tempo, la capacità di parlare dell’oratore, quella di scrivere e di raccontare del narratore e quella di muoversi del ballerino. In questo modo egli riuscirà a esprimersi in modo chiaro, spontaneo e coinvolgente.
|