Riassunto analitico
La NAFLD (Non-Alcoholic Fatty Liver Disease) è oggi la causa più comune di malattia epatica cronica in tutto il mondo ed è definita dalla presenza di steatosi (infiltrazione di grasso negli epatociti) in più del 5% degli epatociti. Questa condizione viene rilevata mediante tecniche di imaging o di istologia e prevede l’assenza di altre cause note (come alcol, infezioni virali o assunzione di farmaci), inoltre presenta uno spettro fenotipico che varia da una condizione più benigna, come il fegato grasso, alla NASH (Non-Alcoholic SteatoHepatitis), alla cirrosi e, eventualmente, all’epatocarcinoma. Tra gli aspetti più importanti della valutazione istopatologica nel contesto di una malattia epatica cronica vi è la determinazione del grado di fibrosi. Poiché la fibrosi è una forma di danno anatomico del parenchima epatico, l'unico approccio per la sua valutazione diretta è la biopsia epatica, una metodica estremamente invasiva, poco accettata dal paziente, con rischi potenzialmente fatali, scarsa ripetibilità, poca accuratezza, è in grado di fornire solo informazioni limitate, in quanto, coinvolgendo solo una piccola porzione del fegato, potrebbe non essere rappresentativa dello stato complessivo dell'organo. Nonostante la biopsia epatica sia il metodo più affidabile per diagnosticare e valutare la progressione della NAFLD/NASH, non è realistico eseguire biopsie epatiche di tutti i pazienti con NAFLD poichè si tratta di una malattia che, in vari paesi, colpisce dal 10% al 24% della popolazione generale. Pertanto, a supporto della valutazione della fibrosi epatica, si rende necessario mettere a punto tests non invasivi che siano accurati per la diagnosi e per il monitoraggio delle complicanze della malattia epatica, con un alto valore prognostico e economicamente vantaggiosi. L'obiettivo di questo studio è quello di dimostrare la validità, nella pratica clinica, di biomarcatori che aumentino la compliance del paziente, siano più economici per il Sistema Sanitario Nazionale e forniscano un esito affidabile. Nello specifico si è voluto verificare se GP73 (Proteina di membrana di Golgi 73), biomarcatore emergente, possa essere considerato un marcatore non invasivo, rapido e accurato in pazienti con NAFLD affetti da fibrosi significativa (F1-F2) o da fibrosi avanzata (F3-F4). In questi pazienti i livelli sierici di GP73 sono stati dosati con una metodica di chemiluminescenza a sandwich e poi confrontati con i dati ottenuti in soggetti di controllo. I risultati riportano una differenza significativa della concentrazione di GP73 sia tra controlli e pazienti, sia tra pazienti con fibrosi significativa e con fibrosi avanzata. In conclusione, i risultati del presente studio indicano GP73 come un ottimo marcatore di fibrosi epatica e suggeriscono che il suo utilizzo potrebbe essere un utile supporto per i clinici.
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