Riassunto analitico
BACKGROUND: Le lesioni del dotto biliare (BDI) in corso di colecistectomia laparoscopica (CL) sono complicanze relativamente rare ma con importanti implicazioni in termini di sopravvivenza e qualità di vita.
METODI: Sono stati analizzati i dati relativi a pazienti riferiti per BDI in corso di CL all’unità operativa di Chirurgia Oncologica Epato-bilio-pancreatica e Trapianti di fegato del Policlinico di Modena dall’ottobre 2002 al novembre 2020. L’analisi ha contemplato: dati demografici, indicazioni a CL, sintomatologia presentata, tempo di riferimento presso il centro, tipo di lesione secondo la classificazione di Hannover, tipo di gestione del paziente dopo esser stato inviato al nostro centro, morbilità e mortalità. Le lesioni della via biliare dopo colecistectomia in open sono state escluse dallo studio così come per le colecistectomie eseguite per neoplasia, per malattia epatica primaria o in corso di chirurgia non elettiva.
RISULTATI: Undici pazienti, con un’età media di 56.9 anni (range 22-79) sono stati riferiti a questo centro per lesioni delle vie biliari in corso di CL. La presentazione clinica era estremamente variabile. Il tempo di riferimento era precoce in 4 casi, intermedio in 3 casi, e tardivo in 4. Secondo la classificazione di Hannover, sono state diagnosticate: 1 lesione di tipo B2, 4 lesioni di tipo D2, 5 lesioni di tipo D3, 1 lesione di tipo C2. Tutti i pazienti sono stati trattati con approccio chirurgico: 2 trapianti di fegato, 6 anastomosi epatodigiunali, 1 epatectomia destra con anastomosi epatico-digiunale e 1 derivazione biliare esterna con revisione dell’anastomosi epatico digiunale. Il tasso di complicanze complessive è stato del 63.63%. La sopravvivenza complessiva media è stata stimata come pari a 64.27 ±94.89 mesi; non sono state osservate riammissioni.
CONCLUSIONI: I risultati mostrano che gli interventi eseguiti prima del riferimento al centro terziario incidono negativamente sugli outcome post riparazione definitiva. Il trapianto di fegato può esser la sola opzione valida in caso di gravi complicanze insorte quali insufficienza epatica o complesse lesioni vascolari e biliari. Le evidenze dimostrano che un tempestivo riferimento a centri Epato-biliari di terzo di livello è determinate al fine di ridurre significativamente il tasso di fallimento terapeutico. La promozione di una “Culture of Safety” unitamente ad una conoscenza più consapevole della gravità delle possibili lesioni iatrogene, devono costituire i riferimenti necessari al fine di garantire una corretta gestione terapeutica e una migliore qualità di vita del paziente.
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Abstract
BACKGROUND: Bile duct lnjuries (BDI) during laparoscopic cholecystectomy (LC) are not uncommon but above all severe complications with important implications in terms of survival and quality of life.
METHODS: We have analyzed data from October 2002 to November 2020 considering patients referred for BDI post LC to the operating unit of Oncological Hepato-bilio-pancreatic Surgery and Liver Transplantation of the University Hospital Modena Policlinico. The analysis has included: data demographics, indications to LC, symptoms presented, timing of referral at the center, type of lesion according to the Hannover classification, type of patient management after being referred to our center, morbidity and mortality. Lesions of the biliary tract after open cholecystectomy were excluded from the study as well as for cholecystectomies performed for cancer, primary liver disease or during non-elective surgery.
RESULTS: Eleven patients, with a mean age of 56.9 years (range 22-79) were referred to this center for biliary tract lesions during LC. The clinical presentation was extremely variable. The timing of referral was early in 4 cases, intermediate in 3 cases, and late in 4. According to Hannover classification, the following were diagnosed: 1 injury type B2, 4 injuries type D2, 5 injuries type D3,1 injury type C2.
All patients were treated with a surgical approach: 2 liver transplants, 6 hepato-jejunal anastomoses, 1 right hepatectomy with hepatic-jejunal anastomosis and 1 external biliary shunt with revision of the hepatic-jejunal anastomosis. The overall complication rate was 63.63%. The mean overall survival was estimated to be 64.27 ± 94.89 months; no readmissions were observed.
CONCLUSIONS: According to the statistical analysis, both interventions performed before referral and later ones negatively impact the outcome after definitive repair. Liver transplantation can be the only viable option in case of serious complications such as liver failure or complex vascular and biliary lesions. Evidence shows that a prompt referral to third level hepatobiliary centers is fundamental in order to significantly reduce the rate of therapeutic failure. The promotion of a "Culture of Safety and an adequate knowledge of different possible scenarios, must constitute the necessary references in order to guarantee a correct therapeutic management and a better quality life for patients.
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