Riassunto analitico
Il ruolo dell‘endoscopia nel trattamento chirurgico di lesioni coinvolgenti l‘osso temporale, ed in particolare l‘apice della rocca petrosa, si è evoluto in maniera sempre crescente negli ultimi anni. Tradizionalmente l‘accesso a questa delicata regione anatomica per l‘exeresi di svariate patologie è stato rappresentato dalla chirurgia microscopica. L‘introduzione dell‘endoscopio per via combinata o esclusiva nella chirurgia dell‘apice petroso e del basicranio laterale in genere rappresenta ad oggi una valida alternativa in termini di minore dissezione dei tessuti e maggiore controllo della radicalità. Oggetto del lavoro presentato è proporre la casistica degli ospedali di Modena e Verona relativamente a questo ambito chirurgico particolare. È stata condotta un’analisi retrospettiva di 42 pazienti (età media 44 anni, 16 maschi e 26 femmine) sottoposti a chirurgia endoscopica esclusiva o micro-endoscopica combinata per patologie interessanti l‘apice della rocca petrosa presso la clinica otorino degli ospedali universitari di Modena e Verona tra maggio 2009 e dicembre 2017. Tra le lesioni (sempre monolaterali) la più frequente è risultata essere il colesteatoma (33 casi), seguita dal granuloma colesterinico (4 casi), dallo schwannoma dell‘VIII nervo cranico esteso all‘apice petroso (2 casi) e dall’osteonecrosi temporale, dalla petrosite micotica e dal fibroma condromixoide (1 caso ciascuno). Per 17 pazienti si trattava di recidive della patologia di base dopo pregresso intervento. I principali corridoi chirurgici identificati per il trattamento della regione dell‘apice della rocca petrosa sono stati classificati come segue: via Sovragenicolata (10 casi), via Infracocleare (7 casi), via Transpromontoriale (5 casi), via Transotica (9 casi), Translabirintica (8 casi), via Infralabirintica (1 caso), via Transcocleare (1 caso), Fossa Cranica Media (1 caso). Durante tutti gli approcci analizzati è stato segnalato il ruolo dell‘endoscopio sia come strumento di ricognizione di radicalità chirurgica, sia per la sua funzione nella rimozione delle lesioni e sono stati considerati gli outcomes principali. Sono state rilevate 6 complicanze intra-operatorie (sanguinamento profuso, fissurazione dell’arteria carotide interna e liquorrea) e 11 complicanze post-operatorie (vertigini, deiscenza di ferita chirurgica, paralisi del nervo facciale, secrezione purulenta del CUE e lieve deficit del marginalis). Al follow up (31,6 mesi in media) sono stati osservati 8 casi di recidiva mentre dal punto di vista del nervo facciale si sono riscontrati in 35 casi una funzionalità invariata, in 4 casi un peggioramento di vario grado e in 3 pazienti un miglioramento. Nella nostra esperienza gli approcci endoscopici esclusivi e micro-endoscopici combinati per il trattamento di patologie dell‘apice della rocca petrosa hanno dimostrato di essere tecniche efficaci e in molti casi meno invasive e più funzionali dei classici approcci microscopici. Il ruolo dell‘endoscopia dunque, già ampiamente dimostrato per quanto riguarda la chirurgia dell‘orecchio medio, sta risultando sempre più utile anche nel management del basicranio laterale.
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Abstract
The role of endoscopy in the surgical treatment of lesions involving the temporal bone and, in particular the petrous apex, has evolved through time to reach its climax in the last few years.
Traditionally the access to this delicate anatomical region for the excision of several pathological processes has been represented by microscopic surgery.
Today the introduction of the combined or exclusive endoscopic approaches represents a valuable alternative in terms of preservation of tissues and of surgical radicality.
The aim of the present study consists in presenting a range of cases from the hospitals of Modena and Verona concerning this particular operative field.
We have conducted a retrospective analysis of 42 patients (mean age 44 years, 16 men and 26 women) who underwent exclusively endoscopic or combined micro-endoscopic surgery for lesions in the petrous apex in the University hospitals of Modena and Verona between May 2009 and December 2017.
The most frequent mono-lateral disease was cholesteatoma with 33 cases, followed by cholesterol granuloma (4 cases), 7th cranial nerve schwannoma extending into the petrous apex (2 cases), temporal bone osteonecrosis (1case), fungal petrositis (1 case) and condromixoid fibroma (1 case).
For 17 patients it was a recurrence of a former lesion after surgery.
The main approaches for the treatment of the petrous apex lesions were identified as follows: Suprageniculate (10 cases); Infracochlear (7 cases); Transpromontorial (5 cases); Transotic (9 cases); Translabyrintic (8 cases); Infralabirintic (1 case); Transcochlear (1 case); Middle Cranial Fossa (1 case).
During all the surgical approaches the endoscope was used either to control the radicality of the surgery or to remove the lesions themselves and the outcome was taken into account.
Altogether, 6 intra-operative complications (substantial bleeding, internal carotid artery fissuration and cerebrospinal fluid leakage) and 11 post-op complications (vertigo, surgical wound dehiscence, facial palsy, purulent drainage of the EAC and mild marginalis impairment) were reported.
During the follow up (lasting a mean of 31,6 month), 8 cases of recurrence were observed, while in 35 patients facial nerve function was unvaried, in 4 cases it underwent a degradation and in 3 patients the function of the nerve improved.
In our experience, the exclusive endoscopic approaches, as well as the combined micro-endoscopic ones for the treatment of the pathologies of the petrous apex have turned out to be effective techniques and, in many cases, less invasive and more functional than the traditional microscopic approaches. Therefore endoscopy, which has already shown its relevant role in middle ear surgery, is showing substantial advantages also in the lateral skull base management.
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