Riassunto analitico
Il tessuto adiposo dell’adulto è abbondante e può essere facilmente ottenuto tramite liposuzione. È considerato una riserva di cellule staminali adipose (ASCs) che possono essere identificate all’interno della frazione vascolare stromale (SVF). Negli anni passati, per processare il lipoaspirato sono stati utilizzati vari metodi: dalla tecnica enzimatica si è passati a quella non enzimatica con il metodo di Coleman e successivamente al metodo di disgregazione meccanica. Il metodo enzimatico prevedeva l’utilizzo di enzimi per la digestione della matrice cellulare e la liberazione delle cellule adipose, però richiedeva tempo e soprattutto le cellule erano danneggiate, ed era compromessa la loro proliferazione e differenziazione. Si è, quindi, passati al metodo Coleman che prevede la centrifugazione del tessuto adiposo per ottenere tre strati: lo strato superiore oleoso e costituito essenzialmente da materiale fuoriuscito da cellule adipose traumatizzate; lo strato intermedio che contiene cellule adipose integre e vitali che saranno poi infiltrate nella zona da correggere; lo strato inferiore è il più denso fra i tre ed è formato da sangue, acqua e qualsiasi elemento acquoso (anestetico, fisiologica…). Dallo strato intermedio quindi si preleva il tessuto adiposo contenente le ASCs. Il metodo di disgregazione meccanica, invece, è una nuova tecnica che permette il mantenimento delle nicchie vasculo-stromali intatte. Il tessuto adiposo così ottenuto è microfratturato e può essere innestato nel paziente, garantendo il naturale processo rigenerativo dei tessuti. A seguito di un primo confronto tra le due metodiche, si può affermare che il metodo di disgregazione meccanica è in grado di mantenere le caratteristiche del tessuto adiposo perchè sottoposto a un minor traumatismo, la popolazione cellulare conserva le proprie potenzialità biochimiche, inoltre è un sistema sterile con un kit monouso che rende disponibile immediatamente il materiale, riducendo, quindi, anche i costi operativi gestionali.
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