Riassunto analitico
La presente Tesi ha lo scopo di illustrare i diversi aspetti normativi che interessano una delle malattie più diffuse e stigmatizzate dell’ultimo secolo: la Sindrome da Immunodeficienza Acquisita. Le tematiche ascrivibili a tale patologia si sono evolute in seguito all’ampliamento delle conoscenze medico-scientifiche e all’aggiornamento normativo in materia. La tesi, in particolare, inizia con il trattare l’eziologia virale dell’infezione, attribuibile ad un virus appartenente alla famiglia dei Lentovirus, un sottogruppo di Retrovirae che causa un’infezione cronica caratterizzata da abbassamento delle risposte immunitarie e incapacità delle stesse di poter debellare l’agente infettivo. Proprio per il fatto che l’infezione si trasmette per contatto con liquidi biologici infetti (sangue, liquido seminale, secrezioni vaginali, latte materno), il legame tra la sfera sessuale e l’uso di sostanze stupefacenti (soprattutto eroina) ha legato inesorabilmente il contagio, nell’opinione generale, a comportamenti stigmatizzati, come “trasgressivi” : la sieropositività è ancora oggi vissuta come una condizione potenzialmente discriminatoria. A tal proposito viene illustrata l’esigenza di dover salvaguardare, a livello normativo, i soggetti sieropositivi in tutti gli ambiti della vita quotidiana: dalla tutela della privacy e dei dati personali riguardanti il paziente alla possibilità dello stesso di ricevere la giusta e corretta assistenza sanitaria, attraverso un processo che necessita del consenso informato del malato. Ai sensi della Legge numero 135 del 1990, infatti, vengono approfonditi tutti i piani di intervento necessari per ottenere sia il riconoscimento del singolo ad autodeterminarsi nei confronti di un trattamento sanitario, sia la tutela degli interessi della colletività, con lo scopo di avvalorare i diritti di ogni cittadino a non essere discriminato per motivi di salute, di veder rispettata la propria riservatezza in ambito lavorativo e scolastico ed infine di aver accesso a cure gratuiteche garantiscano sempre il rispetto della persona in quanto tale. Sulla base di tali considerazioni, si evince che il diritto alla salute del paziente non può essere nè ostacolato nè violato in alcun modo da parte degli operatori sanitari e che la raccolta dei dati relativi a soggetti sieropositivi e portatori di AIDS deve essere effettuata, nei vari ambiti, con il maggior rigore possibile proprio perchè la circolazione erronea di tali informazioni può far scaturire un grave pregiudizio per la dignità e la sfera personale del soggetto. A tal riguardo, considerata l’incidenza di portata mondiale dell’infezione, nella tesi viene illustrato come la raccolta sistematica dei dati relativi ai casi di malattia diagnosticati dalle varie strutture cliniche è stata formalizzata in un Sistema di Sorveglianza Nazionale che ha consentito di avere un quadro sempre aggiornato sull’evoluzione della patologia e sulla frequenza e distribuzione di tali casi. Infatti, tenuta presente l’impossibilità odierna di eradicare la malattia, gli interventi legislativi enunciati sono volti ad adottare una politica di prevenzione (e non di controllo) della patologia, con lo scopo di garantire l’interesse del singolo a non subire discriminazioni e l’interesse della collettività a vedersi tutelata dal contagio. Per rendere dunque piu’ attuali gli specifici diritti del paziente sieropositivo per quanto concerne la cura e la prevenzione dell’infezione, è necessario non solo favorire una più ampia divulgazione delle informazioni in materia, ma anche semplificare l’accessibilità ai controlli che, sempre nel rispetto della riservatezza dell’interessato, possano accentuare educazione e responsabilità.
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