Riassunto analitico
Il presente lavoro affronta la questione dell’integrazione dei fattori ESG nelle strategie di impresa, dapprima, da un punto di vista giuridico, analizzandone l’impatto a livello nazionale, sovranazionale e di autodisciplina, per poi esaminare con un taglio più pratico/applicativo i principali standard ad oggi in uso per la rendicontazione di sostenibilità. Dietro l'acronimo ESG, sempre più conosciuto anche al di fuori del mondo della finanza, ci sono tre termini molto chiari, per verificare e promuovere l’impegno sostenibile dell’impresa: Envrironment, Social and Governance. Tramite un mirato acquisto di prodotti o specifiche scelte di investimento, le aziende possono dimostrare l’attenzione verso il territorio e la società, aumentando il proprio impatto sulla comunità e migliorando la propria reputazione. Fondamentale, in questo senso, è la misurazione della sostenibilità di impresa. Misurare può aiutare ad identificare e monitorare le fonti di sviluppo non-sostenibile nel tempo, dando, dunque, la possibilità di contrastare e cambiare quel modus operandi - orientato alla realizzazione del mero profitto - del fare impresa. La “funzione di incivilimento” dell’impresa si fa sempre più pressante e presente. Se negli anni Sessanta del Novecento l’importante economista italiano Giovanni Demaria la includeva fra i caratteri specifici dell’impresa, segnalando la vocazione della stessa ad andare oltre il mero profitto, non è mai stata così tanto attuale la considerazione dell’impresa quale centro propulsivo di nuovi valori ed etiche, come la sostenibilità.
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