Riassunto analitico
Introduzione: i disordini ereditari con sovraccarico di ferro includono un ampio spettro di patologie tra cui la Malattia della Ferroportina, causata da mutazioni a carico del gene della Ferroportina, l’unica proteina esportatrice del ferro presente a livello della membrana cellulare nei mammiferi. Tale disturbo ereditario autosomico dominante è caratterizzato da un accumulo tissutale di ferro a livello dei macrofagi della milza, del fegato e del midollo osseo e da una ridotta disponibilità di ferro per il legame con la transferrina circolante. Ne conseguono l’incremento dei livelli sierici di ferritina ed una tendenza all’anemia normo/ipocromica soprattutto nel sesso femminile e/o in corso di salassoterapia, unica strategia terapeutica attualmente disponibile. Obiettivi: analizzare le caratteristiche cliniche e fisiopatologiche di pazienti (casi isolati o famiglie) con diverse mutazioni del gene della FPN-1, attraverso la raccolta e la sistematizzazione, in database dedicato, dei dati dal momento delle diagnosi ad oggi con l’obiettivo di determinare le differenti presentazioni della patologia a seconda della mutazione genica implicata, l’efficacia del trattamento flebotomico e l’aderenza dei pazienti a tale regime terapeutico. Questo anche tramite la quantificazione del ferro epatico e splenico mediante la tecnica di MRI. Inoltre, si è messa a punto una metodica in vitro per studiare l’efficacia di una nuova molecola che interferisce con la distribuzione del ferro cellulare/tissutale, attraverso l’utilizzo di cellule di pazienti prelevate ex vivo. Materiali e metodi: lo studio è stato condotto su 39 pazienti seguiti presso l’“Ambulatorio Emocromatosi-Malattie Rare” della Struttura Complessa di Medicina 2 del Policlinico di Modena. I pazienti sono stati caratterizzati dal punto di vista molecolare e fenotipico. Sono stati raccolti e sistematizzati i dati anamnestici, clinici, biochimici, radiologici, e bioptici successivamente analizzati. Di alcuni pazienti sono state ottenute cellule macrofagiche isolate dalle sacche ottenute in sede di salassoterapia, su cui è stata testata l’efficacia della molecola Hinokitiol nel veicolare la fuoriuscita del ferro trattenuto nel compartimento intracellulare tramite studi di cinetica in fluorimetria. Risultati: La sistematizzazione dei dati clinici, dal momento della diagnosi ad oggi, ha permesso di delineare alcune caratteristiche cliniche dei pazienti affetti da questa malattia genetica rara, sia inerenti la presentazione di malattia che l’andamento in corso di terapia. L’Hinokitiol si è dimostrato molto efficace nel ridurre il sovraccarico marziale delle cellule macrofagiche umane ex vivo, rappresentando una promettente futura strategia terapeutica per i pazienti affetti da Malattia della Ferroportina.
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