Riassunto analitico
Per lungo tempo gli studi sull’interpretazione si sono orientati quasi esclusivamente all’interpretazione di conferenza, lasciando poco spazio ad altre forme di mediazione linguistica utilizzate lontano dalla ribalta dei grandi eventi internazionali. Gli imponenti flussi migratori che da tempo si verificano nel nostro paese hanno richiamato l’attenzione su un aspetto della società che spesso è stato tralasciato, ossia il bisogno di comunicazione interlinguistica tra gli immigrati alloglotti e le istituzioni. Tale tipo di assistenza linguistica prende il nome di interpretazione di comunità e copre vari ambiti della società, da quello sanitario a quello giuridico. Nel corso degli anni, in ambito professionale, così come a livello di ricerca, poca attenzione è stata volta verso l’interpretazione di comunità. È questa un tipo di mediazione orale che avviene in un particolare contesto “intra-sociale” in cui un rappresentante istituzionale interagisce con un individuo comune. Situazioni tipiche del community interpreting sono, ad esempio, l’incontro tra un medico e un paziente o tra un giudice e un imputato. In questi casi l’attività interpretativa diventa dialogica: gli scambi comunicativi, di breve durata, avvengono sotto forma di dialogo in una spontanea interazione faccia a faccia, in cui l’interprete diviene essenziale non solo nel tradurre, ma nel coordinare l’intero flusso informativo. La situazione dell’interprete di comunità in Italia è piuttosto indefinita. Il basso status sociale riconosciuto al community interpreter deriva in buona parte dalla disorganizzazione del settore, dalla carenza di percorsi di formazione adeguati, dall’assenza di una solida identità professionale e dalla generale inconsapevolezza circa la complessità del ruolo dell’interprete. Nonostante l’impegno di varie associazioni nazionali quali AITI, ANITI e ASSITIG nel promuovere livelli di professionalità adeguati, il contesto italiano sembra ancora lontano dall’offrire efficaci servizi d’interpretazione in campo sociale, medico e legale. In ambito giuridico, l’interpretazione assume contorni particolari. Essa è strettamente legata al riconoscimento dei diritti e delle libertà fondamentali della persona e, in particolare, rappresenta la realizzazione concreta del diritto all’assistenza linguistica. La legge stabilisce, infatti, che gli indagati o imputati alloglotti siano assistiti da un interprete nei procedimenti penali dinanzi alle autorità giudiziarie, al fine di assicurare l’equità del procedimento e garantire la partecipazione attiva al processo a coloro che non comprendono la lingua in cui questo viene svolto. La ricerca condotta sull’attività degli interpreti operanti presso il tribunale di Modena ha confermato il bisogno di regolamentazione della professione. Attraverso un questionario e in alcuni casi un’intervista strutturata è stato possibile raccogliere informazioni direttamente dagli interpreti in merito alle condizioni di lavoro, al percorso formativo, al rapporto con gli altri operatori giuridici, alla posizione nei confronti dei codici etici e alla percezione del proprio ruolo. I risultati della ricerca hanno evidenziato una situazione di generale insoddisfazione degli interpreti, dovuta al disinteresse delle istituzioni e del governo nei confronti di questa categoria professionale, all’inadeguato riconoscimento giuridico ed economico e alla scarsa consapevolezza che si ha del loro ruolo. Spesso, infatti, la presenza di un interprete in un’aula di tribunale è sottovalutata, e considerata un semplice adempimento burocratico. Tali note negative contribuiscono a squalificare un’intera categoria professionale, frenando fortemente il cammino verso la professionalizzazione e causando l’esodo di professionisti qualificati dalle aule giudiziarie.
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Abstract
For a long time Interpreting Studies have been focusing on conference interpreting rather than other forms of interpreting which do not occur at international conferences or negotiations, but concern the most intimate issues of everyday life. Globalization and the consequent migration problems have recently drawn attention to such aspects of society which have been overlooked, particularly the need of an effective communication between immigrants and national institutions.
Community interpreting enables people who are not fluent in the official language of the country to communicate efficiently with public service providers, in order to facilitate full access to legal, health and social services. Typical examples of community interpreting settings are a lawyer’s office, a courtroom or a doctor’s surgery. In these cases the communication is based on face-to-face spontaneous dialogues, in which the interpreter’s role in the interaction is likely to shift from translating to coordinating the flux of information.
During the years, both in the profession and in the academic field, little attention has been paid to community interpreting. The Italian context is characterised by a lack of standards for training and practice, disorganisation among practitioners and a lack of recognition of the profession among the public. Notwithstanding the work of national associations such as AITI, ANITI and ASSITIG in promoting adequate working conditions and the acceptance of a professional code of conduct, Italian institutions seem to be far from offering effective interpreting services in the legal, social and medical setting.
Interpreting in the legal setting has a particular meaning. It is directly connected to fundamental human rights and particularly to the right to linguistic assistance in case of a legal action. It is a widely recognised principle of law that people who do not speak the language used in court are to be assisted by an interpreter, in order to guarantee active participation in the trial.
Research conducted on the work of interpreters at the court of Modena has confirmed the impelling need for the government and institutions to impose discipline and standardisation. Through a questionnaire, it was possible to gather information directly from court interpreters concerning their working conditions, training, relation with other legal practitioners, ethics and perception of their role. The results obtained highlighted dissatisfaction and discontent on the part of court interpreters, due to inadequate economic treatment, lack of prescribed standards and poor awareness of the importance of their role. Indeed, their presence is usually undervalued and considered a mere bureaucratic issue.
All of these negative aspects surrounding court interpreting have contributed to discredit an entire profession and impede its process of professionalization, causing a mass migration of qualified interpreters from Italian courts.
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