Riassunto analitico
L’uomo ha bisogno di consigli, ha bisogno di qualcuno di fidato che gli dica cosa bisogna fare per una determinata cosa, sia essa una cena fuori o un investimento finanziario. È su questo bisogno che nascono le agenzie di Rating: la messa a disposizione di certezze che da soli non sappiamo darci. Possiamo considerarle come un medium, una quantità di comunicazioni che vengono date spesso ma in modo temporaneo, per poi essere sciolte e ricomposte fino a prevedere quali di queste comunicazioni verranno accettate e quali no. Queste classifiche sono frutto di oggetti osservati e che, a loro volta, sono pronte ad essere osservate dall’opinione pubblica. Chi decide di affidarsi ad una classifica di rating non osserva una cosa qualsiasi, ma osserva un osservatore. Parliamo quindi di un’osservazione di secondo ordine, la quale include ciò che l’osservatore osservato non può vedere nel momento in cui osserva: l’unità della distinzione che da’ un orientamento a lui ed alla propria osservazione. Così si creano degli agenti che reagiscono alle situazioni, possono essere persone o gruppi di persone, che mentre agiscono perseguono i propri interessi. Il loro agire viene osservato in base alle caratteristiche della persona o del gruppo che agisce. In base a questa osservazione ci si affida a guide, a siti, a qualsiasi mezzo che si autorizzi a dirci quale sia la scelta giusta. Perché decidiamo di dare fiducia all’opinione di un osservatore che ha già osservato l’oggetto del discorso? E quanto valore oggettivo si può dare ad un’opinione? Lo stesso Luhmann parla del concetto di opinione come qualcosa che si trova dentro la testa di ogni singola persona, avvalendosi della distinzione tra sapere certo e sapere d’opinione, insomma, non si può pretendere che tutti la pensano allo stesso modo e nello stesso lasso di tempo. La cosa particolare in questo tipo di osservazione di secondo ordine è che l’agente che agisce secondo i propri interessi, e che a sua volta viene osservato, non si sa chi sia: non si sa quali siano gli interessi, non si sa in base a cosa agisce e che titolo ha per farlo, semplicemente lo si osserva e lo si segue, pur tenendo conto del rischio che se ne può trarre. In questo lavoro si mostreranno dei casi empirici che saranno la prova del ruolo che le agenzie di rating sono così importanti e così osservate dall’opinione pubblica, partendo prima dalla loro nascita per arrivare al caso più eclatante di errore, quello che ha portato a dare fiducia ad agenzie (e quindi ad osservatori ritenuti idonei) che hanno provocato l’ultima crisi economica. Si cercherà in seguito di quali siano i metodi matematici che vengono utilizzati dalle agenzie, illustrando il lavoro di alcuni sociologi che, vista la mancata chiarezza su come vengono stilate le classifiche, hanno cercato una metodologia appropriata da proporre. Infine si prenderà in esame il caso delle università, guardando prima come la classifica più importante al mondo dichiara di lavorare per realizzare classifiche di rating riguardanti gli Atenei e poi come proprio questi ultimi trovano delle motivazioni per smentire i risultati
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